Zingaretti indosserà il “casco giallo”?
Urgente chiarire come il gretismo si concilia con il lavoro dell’industria del gas
Si troverà a chiudere la festa del Pd a Ravenna con il “casco giallo” in testa? Nicola Zingaretti che ha fatto il lavoro duro del mediano per creare il governo con i No a tutto del Movimento 5 stelle domenica avrà l’occasione di risolvere un’ambiguità latente ma palese nella coalizione rossogialla: come unire il new deal ecologico con la sofferenza dell’industria degli idrocarburi che ha nel ravennate un distretto da 10 mila lavoratori? A causa del blocco delle trivellazioni deciso dal governo gialloverde per decisione del M5s e per silenzio assenso della Lega il settore dell’estrazione di gas e il suo indotto sono andati in crisi. Nella primavera scorsa sono scesi in piazza a Roma i tre principali sindacati (Cgil, Cisl e Uil) per la prima volta insieme alle imprese del settore sia italiane sia internazionali perché la moratoria sulle estrazioni e perforazioni ha bloccato decine di progetti. Scesero in piazza circa duemila persone da Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia. A causa del provvedimento alcune aziende iniziarono a pensare di fare causa allo stato per una normativa cangiante e penalizzante, oppure di fuggire dal paese e basta. Zingaretti aveva assecondato gli slogan ambientalisti sull’onda degli scioperi per il clima di Greta Thunberg e nel programma di governo si vuole “introdurre una normativa che non consenta il rilascio di nuove concessioni per la trivellazione”. Se il programma fosse rispettato la crisi del settore estrattivo si aggraverebbe e i “caschi gialli” avrebbero ragione a chiederne conto anche a Zingaretti. La transizione energetica verso le energie rinnovabili sarà un processo lungo decenni e passerà anche attraverso lo sfruttamento del gas che riduce il trasporto e l’uso del petrolio con relativo abbassamento delle emissioni. Come la pensa il segretario del Pd? In vista delle regionali in Emilia-Romagna sarebbe interessante sentire un parere articolato sulla questione. Senza dimenticare che nel distretto petrolifero lucano Matteo Salvini che si considera un “oil boy” aveva preso il 40 per cento dei consensi.