Cambio di rotta per Alitalia
Perché lo stato (dopo Delta) dovrà scendere dall’aereo per fare salire Lufthansa
Stanno cambiando le preferenze per il partner straniero di Alitalia da parte dei soci che saranno coinvolti nella terza operazione di salvataggio in dieci anni. Ieri il termine per presentare offerte vincolanti è stato posticipato di due settimane – a differenza delle sei volte precedenti questa volta è successo per un motivo essenziale. Ieri il cda di Atlantia, controllante degli aeroporti di Roma e socio decisivo per gli equilibri della nuova compagnia, e quello di Fs, socio pubblico coinvolto, hanno comunicato ieri di essere disponibili a proseguire a certe condizioni. Un passaggio dei comunicati delle due società è in fotocopia e subordina un’offerta finale alla “partecipazione anche di una primaria compagnia aerea che apporti competenze commerciali, di network, operative, tecniche, di gestione e di management, che si impegni a condividere e far proprio il piano industriale, oltre a sottoscrivere una quota di capitale nella Newco”. Così si capisce quale sia la preferenza. La compagnia americana Delta Airlines è sì tra le prime al mondo e si è detta disponibile a mettere capitale. Tuttavia ha una caratteristica che non risponde ai desiderata perché non vuole apportare competenze commerciali e network. La compagnia che nelle ultime settimane ha manifestato interesse (con una lettera inviata al Mise e a Fs) a condividere le rotte attraverso un accordo commerciale con Alitalia è la tedesca Lufthansa, la quale – mai entrata ufficialmente in trattativa – si sta facendo avanti. I tedeschi erano stati respinti dall’ex ministro Di Maio perché proponevano tagli al personale, lo stesso fa la Alitalia di stato che però, a differenza di Lufthansa, non dà prospettive. Il rischio è che nel giro di un anno e mezzo l’azienda debba tornare in amministrazione straordinaria. Lufthansa, in colloqui privati, non sarebbe nemmeno del tutto intransigente nel partecipare con una quota azionaria in futuro. Tuttavia la compagnia tedesca, prima in Europa, aveva chiarito che la presenza dello stato-azionista era indigeribile. Per fare passare Lufthansa non basta dunque l’avallo degli altri compagni di viaggio, ci vorrebbe la volontà del governo a scendere dall’aereo per non fare precipitare (di nuovo) Alitalia.