Alitalia non vola con l'ottimismo
Senza Atlantia, le buone sensazioni di Patuanelli potrebbero non bastare
Anche da queste parti dove festeggiare l’ottimismo è un rito annuale – sabato infatti siamo a Firenze con la Festa dell’Ottimismo – non ci sentiamo di condividere il “parziale ottimismo” del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli sulla crisi dell’Alitalia. Non si tratta di disfattismo o antipatriottismo, ma dello scetticismo che un ottimista deve nutrire di fronte alla realtà che gli si presenta davanti. Il disimpegno di Atlantia equivale a una débâcle per la possibilità di costruire una compagine azionaria e industriale credibile. La presenza della holding dei Benetton rappresentava uno sviluppo positivo, probabilmente l’unica via d’uscita, nella vicenda. Solamente con lo stato, le Ferrovie (dello stato) e Delta, un socio riluttante, Alitalia non sarebbe volata lontano vista la proposta di piano industriale. Atlantia, nel salvaguardare i suoi interessi anche sull’aeroporto di Fiumicino, era intervenuta con l’obiettivo di contribuire a una strategia di lungo termine. Il diniego sotto la data di scadenza della presentazione delle offerte è totalmente negativo, altro che ottimismo. Anche perché sul tavolo non ci sono alternative migliori o simili. I governi del M5s (prima con la Lega e ora con il Pd), se avessero una tattica, questa sarebbe quella del gambero: riuscire a portare indietro le trattative per le quali precedentemente, sempre a causa soprattutto della componente M5s, aveva già perso tempo. C’è un minimo comune denominatore, probabilmente, tra la vicenda Ilva e quella Alitalia. ArcelorMittal ha visto cambiare le condizioni per cui aveva deciso di investire, ovvero l’eliminazione del cosiddetto scudo penale (oltre a quelle di mercato). Se anche Atlantia avesse potuto ottenere un rinnovo prolungato della concessione autostradale dopo essere entrata in Alitalia, chi le avrebbe dato la garanzia che il governo non avrebbe cambiato le condizioni successivamente? L’inaffidabilità è quella cosa che fa diventare pessimisti anche i più ottimisti.