Tornano le clausole di salvaguardia
Dopo plastic e sugar tax, arrivano le accise: 5,2 miliardi in quattro anni
Per la legge di Bilancio non poteva mancare un grande classico di stagione: il maxi emendamento. Che, infatti, è stato presentato ieri dal governo al Senato, sia pure in versione detta “mini” (25 pagine rispetto alle 195 dello scorso anno). E, al suo interno, un altro evergreen: l’aumento delle accise sui carburanti. Che è inserito, a essere maligni si direbbe imboscato, a pagina quattro, penultimo comma preceduto da tre altre pagine di mini-norme di spesa (dai vigili del fuoco al “fondo casa”). E prevede: 0,918 miliardi per il 2021, uno per il 2022, 1,8 per il 2023, 1,5 per il 2024. Totale 5,218 miliardi in quattro anni: non uno scherzo. Che oltretutto vanifica parzialmente il maggior successo fin qui vantato dal governo M5s-Pd, cioè di aver scongiurato l’aumento di Iva e accise come “clausole di salvaguardia” lasciato in eredità dai gialloverdi per il 2020 e di averlo parzialmente disinnescato per gli anni a venire.
Il problema è che non solo si sono aggiunte le tradizionali spese last minute tipiche di ogni Finanziaria (ma coprirle con tagli di spesa, no?). Il problema è che si cerca invece di compensare la marcia indietro rispetto a provvedimenti dei quali non si sentiva la necessità, e misteriosamente esibiti come prova di epocale svolta ecologica. Il più simbolico è la plastic tax, prevista in un euro al kg e ora dimezzata e con l’esclusione delle plastiche biodegradabili e dei blister per medicinali. Poi ci sono le auto aziendali, la cui stretta per i dipendenti si allenta in maniera modulata in base al livello d’inquinamento dei veicoli.
Ci si poteva pensare prima, anche considerando che l’Italia, e in particolare l’Emilia-Romagna, è il secondo produttore europeo di plastica green? Certamente sì. Ma soprattutto: quelle tasse servivano davvero all’educazione ecologica del paese – così come la sugar tax, che al momento resta quella “per una sana e corretta alimentazione” – o non piuttosto a fare cassa? La loro sostituzione con l’accise sui carburanti dimostrerebbe che è vera la seconda ipotesi. Con l’aggravante che l’effetto da festival delle microtasse (neppure poi tanto micro) si amplifica: consolidando la radicata opinione che gli elettori, di ogni colore politico, hanno della sinistra.