ArcelorMittal da imparare a memoria
L’atto d’accusa formale su Ilva mostra l’irresponsabilità dei populisti al governo
Dalla memoria difensiva di ArcelorMittal – presentata al tribunale civile di Milano contro il ricorso di Ilva in Amministrazione straordinaria, a sua volta presentato per impedire il recesso della multinazionale dalla gestione del siderurgico di Taranto – si capisce quanto le scelte del governo, su spinta del M5s, abbiano indebolito la posizione dello stato e rafforzato quella di Mittal.
Il tono della memoria, in vista dell’udienza del 20 dicembre, è duro, a tratti feroce e spesso irridente. Al fondo c’è la convinzione, più volte ribadita dai legali di Mittal, di avere la legge dalla propria parte, come dimostrano diversi pareri dell’Avvocatura dello stato, i pareri pro veritate di insigni giuristi come Natalino Irti e Valerio Onida e anche le sentenze, in particolare la più recente su Afo2, del tribunale di Taranto. La memoria è un duro atto d’accusa ai voltafaccia del governo, che ha rimosso la protezione legale pur sapendo che è parte integrante del contratto e nonostante l’avvertimento sulle conseguenze di ArcelorMittal; nei confronti degli “scudatissimi” commissari che nel ricorso ritenevano “obiettivamente altamente improbabile” lo spegnimento dell’Afo2 (uno dei motivi di recesso per Mittal), smentiti dal tribunale di Taranto che ha ordinato lo spegnimento di Afo2 proprio perché i commissari “non hanno dato attuazione alle prescrizioni”; nei confronti della procura di Milano che è intervenuta nel giudizio civile in modalità “mai verificatasi in Italia e, per quanto si sappia, in alcuno stato di diritto”. “L’opinione pubblica comprenderà che il governo e i commissari sono i soli responsabili di questa controversia e delle relative conseguenze”, dicono.
La durezza della memoria, tutta fondata su questioni giuridiche più che politiche, arriva in una fase delicata, in cui le parti stanno negoziando un memorandum per rinviare l’udienza. E’ come se ArcelorMittal, che sente di avere la legge dalla sua parte, con la memoria avesse calato sul tavolo un’arma che è stata caricata dal governo. Ora sul tavolo ci sono la memoria e il memorandum: o si trova un accordo alle nuove condizioni di Mittal o Mittal è pronta per andarsene. Nel frattempo, nel decreto Taranto, il governo prevede fondi per gli esuberi.