Proprio quando l’economia mondiale si stava stabilizzando dopo la sua peggiore performance degli ultimi dieci anni e le Borse stavano festeggiando un 2019 da record e un inizio 2020 ancora più brillante, la notizia dell’attacco aereo americano durante il quale è rimasto ucciso uno dei generali più potenti dell’Iran è arrivata come una doccia gelata sui mercati, che hanno subito perdite pesanti durante tutta la seduta di ieri quando gli investitori hanno cominciato a spostarsi su beni rifugio come oro, yen e petrolio. La prospettiva dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina – la cui firma è prevista per il 15 gennaio – ha sostenuto nelle ultime settimane sia l’aspettativa che l’economia mondiale possa cominciare a rimbalzare quest’anno sia la fiducia delle Borse, che, da Shangai a Wall Street ai listini europei, nelle festività natalizie hanno registrato un vero exploit. Ma da ieri tutto potrebbe cambiare, come ha sottolineato la gran parte degli economisti e analisti intervistati per l’intera giornata dalle reti americane che mostravano come gli indici azionari mondiali stessero invertendo la rotta rispetto alle ultime sedute (in Europa il calo più pesante è stato registrato da Francoforte, affossata anche da dati macroeconomici, mentre Piazza Affari ha ridotto le perdite a -0,6 per cento sul finale dopo una partenza in profondo rosso, e Wall Street ha accusato il colpo del raid americano in Iran senza, però, farsi prendere dal panico).
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