(foto LaPresse)

Sciopero e fallimento

Redazione

La protesta automatica dei sindacati per Ferrovie e Alitalia è contraddittoria

Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico e oggi fondatore di Azione, movimento progressista-centrista, è finito nelle polemiche per un tweet: “E’ un paese normale quello in cui aerei e treni scioperano contemporaneamente? Personalmente la considero una punizione divina per non aver fatto fallire Alitalia quando potevo. Ma rimane il fatto che il governo è non pervenuto. Come sempre”. A molti non è piaciuto quel “non aver fatto fallire Alitalia”, ma perché non guardare alla sostanza? I sindacati dei ferrovieri hanno proclamato lo sciopero, per ieri, immediatamente dopo il deragliamento del Frecciarossa a Lodi: due ore per i sindacati confederali e l’Orsa, ben otto per le sigle di base. Quanto al trasporto aereo, addirittura 24 ore di alcune sigle del personale di volo Alitalia, di quello di terra di Fiumicino e Venezia, nonché dei Cobas e Usb di Air Italy. Si è insomma cercata la paralisi nel giorno che precede il weekend. Quando c’è un disastro ferroviario la prima reazione è lo sciopero, e viaggiatori e azienda non obiettano considerandolo un atto di solidarietà verso le vittime e per richiamare attenzione sulla sicurezza. I sindacati parlano di “manutenzione e subappalti”: ma a Lodi c’è un’inchiesta appena aperta che evidenzia un errore umano, probabilmente di personale delle Fs. Certo, la responsabilità ultima è sempre in alto, di chi amministra, però c’è purtroppo anche quella soggettiva. E ci sono anche il caso, l’imponderabile, la distrazione. Il riflesso pavloviano non va mai bene. Lo sciopero automatico non è di per sé una forma di rispetto. Quanto alle compagnie aeree, lo sciopero in Alitalia appare incomprensibile: il governo sta tentando un salvataggio, sulle spalle dei contribuenti e a spese, anche, delle Fs che invece dovrebbero concentrare tutte le risorse sul business ferroviario: manutenzione, ammodernamento e ampliamento della rete. Sarebbe interessante sapere, su questo punto, cosa pensano i sindacati, nazionali e ferroviari. Il resto fa parte della ritualità sindacale, che troppo spesso confina con l’irrealtà dei fatti. Sul lasciar fallire l’Alitalia, a Calenda sarà pure slittata la frizione: ma l’alternativa, al momento, non è migliore.

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