Nell'auto nozze sì ma con austerity
Fca-Psa si farà ma più saggio rinviare i maxi dividendi. Analisi di Equita
In quest’ultimo mese di crollo delle borse per l’emergenza coronavirus, il titolo del gruppo Fca ha perso quasi la metà della sua capitalizzazione sul listino di Milano (-48 per cento circa dal 24 febbraio), mentre nello stesso periodo la francese Psa ha contenuto il calo a -30 per cento sulla piazza finanziaria di Parigi. Si è così creato un tale disallineamento di valori (oggi il prezzo di Borsa di Fca è pari a circa 6,3 euro per azione mentre quello del produttore di Peugeot e Citroën è 11,5 euro) da far nascere qualche dubbio sulla fusione tra i due gruppi automobilistici. Anche perché proprio la differenza di capitalizzazione, non così marcata come adesso, è stato uno degli aspetti più delicati che hanno dovuto affrontare gli advisor quando lo scorso autunno hanno delineato l’ aggregazione. Secondo un’analisi di Equita, in realtà questo rischio non sussiste in quanto peggiore è lo scenario macroeconomico tanto maggiore è l’interesse reciproco dei due produttori d’auto a finalizzare una fusione che serve a ottenere sinergie altrimenti impensabili. “Per entrambi non vediamo concrete alternative percorribili a meno che non ci sia un intervento dello stato francese”, dicono gli analisti di Equita evidenziando anche come l’elevata liquidità di cui dispone Fca sia in grado di assorbire 1,5 miliardi di obbligazioni che scadono quest’anno. Tuttavia, non è escluso che vi possa essere una revisione dei termini dell’operazione. “Per evitare stress finanziario sarebbe ragionevole ridurre/posticipare i dividendi”, suggeriscono gli analisti della Sim milanese ricordando che le cedole previste sono pari a 2,2 miliardi di euro per la parte ordinaria (equamente suddivisi tra i due gruppi ) e a 5,5 miliardi di euro per la parte straordinaria (andrebbero solo a Fca). Un sacrificio necessario per alleggerire la pressione sulla cassa del nuovo gruppo che si andrà a formare considerando che lo choc macroeconomico in atto è destinato a pesare su tutti i produttori d’auto. Insomma, le nozze Fca-Psa ci saranno ma per un effetto collaterale della pandemia i festeggiamenti potrebbero essere più sobri del previsto.