L'ipotesi Bei per combattere lo choc economico del Covid-19
Nulla di fatto dal Consiglio europeo, con Germania, Olanda e Austria contrari ai coronabond, ma si fa largo l'idea di coinvolgere la Banca europea degli investimenti che potrebbe emettere titoli di debito
Milano. La speranza è l'ultima a morire e così le Borse europee oggi hanno fatto un atto di fiducia nei confronti del Consiglio europeo che, riunito in teleconferenza nel pomeriggio, ha cercato - ma non ha ancora individuato - una risposta fiscale condivisa per contrastare l'impatto economico del coronavirus, il che equivarrebbe anche a dare ai mercati un preciso segnale di tenuta della zona euro. I listini - dopo una giornata in altalena in cui hanno beneficato della decisione della Bce di togliere ogni limite all'acquisto di titoli e del buon andamento di Wall Street - hanno chiuso tutti in positivo con rialzi diffusi del 2-3 per cento, eccetto quello di Milano che ha guadagnato solo lo 0,7 per cento. Al centro dell'attenzione degli investitori resta la svolta nella politica fiscale della zona euro.
La posizione dell'Italia resta tra le più vulnerabili in attesa che vengano superate le divisioni tra i due blocchi di paesi - quello del nord e quello del sud - in seno al Consiglio europeo. Per Germania, Austria e Olanda i coronabond non sono lo strumento giusto per fare fronte alle conseguenze economiche della crisi causata dal coronavirus, ma non è escluso che più avanti si possa individuare uno strumento di debito comune che sia solidale oppure subordinato a condizionalità più soft rispetto a quanto previsto oggi dal Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Una via è stata indicata dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il quale ha auspicato il coinvolgimento della Banca europea degli investimenti (Bei) proponendo un aumento di capitale per potenziarne capacità finanziaria per sostenere soprattutto le piccole e medie imprese.
E un preciso riferimento alla Bei emerge anche dalla bozza di conclusioni del Consiglio anticipata da Radiocor: "I ministri finanziari dovranno esplorare rapidamente le possibilità di incrementare la risposta complessiva della Bei", è scritto. Tra queste c'è "un meccanismo comune di debito, emesso da una istituzione europea, che ci consentirà di raccogliere fondi sul mercato alle stesse condizioni per tutti".
Inoltre, il Consiglio ha specificato che la risposta terrà conto della natura senza precedenti dello choc Covid-19 e, dunque, sarà di tipo globale. Nessun riferimento ai coronabond - soluzione caldeggiata dall'Italia con l'appoggio della Francia - tuttavia in un passo del documento è indicato che saranno usati gli strumenti Ue per sostenere le economie e alleviare i problemi sociali e di occupazione "nella misura necessaria". Insomma, una risposta di politica fiscale condivisa non è ancora arrivata ma è possibile che si stia formando.