Ripartono i deal in Europa. Good news
Tlc, media, ferrovie. L’economia soffre ma ha anticorpi per ripartire
In Europa ripartono gli accordi, amichevoli o ostili, tra i player industriali e finanziari. Buon segno, il mondo produttivo che in gran parte non si è mai fermato non vive sotto la campana pubblica. Trenitalia dopo che a fine 2019 si era aggiudicata l’asta, ha firmato l’accordo per l’ingresso nell’alta velocità della Spagna dove assieme alla compagnia aerea regionale spagnola Air Nostrum gestirà dal 2022 e per dieci anni i collegamenti tra Madrid e Barcellona, Valencia-Alicante e Malaga-Siviglia. Agirà in concorrenza con Renfe, azienda pubblica di Madrid, e con la francese Sncf, ma avrà una flotta più numerosa e moderna (i Frecciarossa 1000). Il gruppo italiano punta a competere con Sncf sul mercato francese, fin qui considerato inespugnabile. In Germania il fondo Mandarin Capital di Intesa Sanpaolo con due banche cinesi ha rilevato la Klapp, storica azienda dei cosmetici.
La partita si gioca anche sul terreno di media e tlc, rilanciati dalla quarantena per coronavirus: l’acquisto della tedesca Prosiebensat da parte di Mediaset attira le attenzioni del fondo americano Kkr che ha comprato il 5,2 per cento del capitale. Non tutti i deal vanno a buon fine, ma non a causa del Covid: Covéa, gruppo assicurativo francese, non ha ottenuto da Exor, la finanziaria degli eredi Agnelli, lo sconto per l’acquisto della controllata Partner Re. Exor rinuncia a 9 miliardi: vuole dire che la holding non è a corto di liquidità. Resta invece in sofferenza il settore aereo. Il governo tedesco vuol rafforzare il capitale di Lufthansa, mentre Alitalia segnala cali di fatturato del 71 per cento a marzo e del 90 ad aprile. Berlino sta anche correndo in soccorso di Deutsche Bahn, ferrovie pubbliche, alle prese con vecchi debiti. Il risveglio finanziario è un buon segno e ricalca l’andamento di ricavi e risultati a livello globale nel primo trimestre 2020. Secondo il centro studi Mediobanca i settori beneficiati sono web, grande distribuzione (utili in aumento del 35 per cento), farmaceutica, elettronica. In rosso trasporti pubblici e privati, energia e moda. Anche se l’Fmi prevede una contrazione del 3 per cento del pil mondiale non è tutta pandemia. Sarà bene ricordarsene a livello politico: gli affari ripartono, non mettiamogli i bastoni tra le ruote.