Nell’ambizioso ma indispensabile (ancora più dopo l’annuncio del Recovery fund europeo) piano di rilancio esposto da Roberto Gualtieri una parte fa normalmente drizzare le orecchie ai palati sottili veri o acquisiti del liberismo: l’intervento diretto dello stato in aziende e comparti messi in ginocchio dal Covid. Il ministro dell’Economia fa riferimento soprattutto all’auto e al turismo, ma non dimentichiamo le infrastrutture e l’edilizia, le tlc, oltre alle eterne cenerentole Ilva e Alitalia. Lo strumento dovrebbe essere Patrimonio Cdp, un nuovo fondo che interverrebbe in via temporanea per risanare e rivendere, secondo le regole della Cassa depositi e prestiti, o anche per esercitare in via permanente il controllo sui settori strategici. E’ esattamente quanto stanno facendo Macron e Merkel, in particolare con auto e compagnie aeree, ponendo come condizioni che i beneficiari di capitali pubblici non chiudano stabilimenti. L’auto soffriva da prima della pandemia, ma non è un motivo per lasciarla morire. Anche il turismo italiano, il 13 per cento del pil, perdeva colpi rispetto alla concorrenza straniera.
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