La Bce potenzia il bazooka anti Covid

Redazione

Lagarde carica altri 600 miliardi. Bene, ma vuol dire che la situazione è grave

La Banca centrale europea è andata oltre ogni aspettativa. Superando le previsioni degli analisti, ieri la Bce ha annunciato l’aumento degli acquisti del programma per l’emergenza pandemica (Pepp) di altri 600 miliardi di euro, quasi raddoppiandolo. E lo ha esteso fino a giugno del 2021, senza porvi una scadenza. Anzi, ha aggiunto anche che i riacquisti, opzionali per un programma temporaneo e studiato precisamente in risposta agli effetti dell’epidemia, proseguiranno almeno fino al 2022.

 

Per l’Italia significa un sostegno di almeno altri 100 miliardi, calcolato sulla base della chiave di capitale (capital key), su cui però Francoforte sta usando ampia flessibilità e finora tutta a favore del nostro paese. Lagarde ha spiegato chiaramente (e senza leggere) che la deviazione è utile dal momento che stiamo affrontando e continueremo ad affrontare il rischio di frammentazione dell’Eurozona. E i primi risultati si sono visti subito con il differenziale fra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi sceso ai livelli di metà marzo, quasi cioè ai livelli pre Covid.

 

La Bce dunque prosegue “undeterred”, imperterrita, come aveva promesso, ma non “unorthodox”. Lagarde ha esordito spiegando che la contrazione economica è “senza precedenti”, così come senza precedenti è l’incertezza sugli sviluppi futuri della crisi, tra riduzione della capacità produttiva e calo della domanda. La Bce ha pubblicato uno scenario base che stima un calo del pil nel 2020 dell’8,7 per cento, ma lo ha accompagnato con stime più negative che prevedono nel caso peggiore un crollo fino al 12,6 per cento.

 

La parola “incertezza” nella pubblicazione che accompagna i dati ricorre venti volte. La Bce ha tirato fuori il bazooka perché il pericolo da affrontare lo richiede e in questo sta seguendo con coerenza la linea tracciata da Mario Draghi. Le sue mosse sono state giustamente festeggiate, ma sarebbe un errore vederle come un regalo, e non come un segnale della gravità della situazione, o usarle come alibi per non utilizzare al massimo, con serietà e rapidità tutti gli strumenti disponibili per aiutare la ripresa.

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