(foto LaPresse)

O la borsa o la rotta

Redazione

Mercati giù. La tempesta è per tutti ma le soluzioni sono molto europee

Un cocktail micidiale ha indotto ieri il crollo delle borse, con quelle europee tutte in perdita di oltre il 4 per cento (Milano meno 4,8, Francoforte meno 4,5) e Wall Street in viaggio verso meno 5. Gli elementi del cocktail: l’Economic Outlook dell’Ocse che si è lanciato in previsioni sugli effetti sul pil globale e dei singoli paesi in caso “dello scatenamento di una seconda ondata di pandemia”; le parole del presidente della Federal Reserve sul rischio di una bolla azionaria. In effetti i mercati erano tornati quasi ai livelli pre Covid: però se si indica un pericolo si dovrebbero anche attuare le contromisure. Invece Jerome Powell, pur lasciando invariati i tassi negativi fino a tutto il 2021, ha accennato all’eventuale adozione di una forward guidance (linee guida) aggiungendo “se un simile approccio si integri con i nostri strumenti principali è una questione aperta”. Ancora: per l’Italia il crollo della produzione industriale ad aprile del 19,1 per cento, meno 42,5 sul 2019, con l’auto a meno 74 e tessile a meno 80,5. C’era il lockdown, ovvio, e l’auto era già in frenata; ulteriore complicazione l’avvio di un’istruttoria di tre mesi dell’Antitrust europea sulla fusione Fca-Psa. Basta? No, non è tutto.

 

La rotta delle leadership delle maggiori potenze traballa: quella di Donald Trump, ma anche Cina e Russia, dove non si conosce la situazione esatta della pandemia. In tutto questo l’Europa, pur divisa, appare un’oasi di relativa stabilità, sanitaria e governativa. Pensiamo se si decidesse a darsi anche un ruolo politico e regole comuni di bilancio. Ma che cosa c’era di veramente nuovo? Sulla previsione di seconda ondata gli economisti fanno il loro lavoro assai peggio degli scienziati, i quali la prevedono sì, e nemmeno tutti, ma meno devastante della prima. Il mondo evoluto ha rafforzato i propri sistemi sanitari: peccato che spicchi di nuovo il ritardo degli Usa. E bisognerebbe anche aggiungere che la Banca centrale europea ha più idee e munizioni della Fed. Il caos politico americano, comunque lo si giudichi, sembra determinare il caos economico. L’Europa e la Cina tifano per un cambio della guardia alla Casa Bianca. Ma non è scontato, il vuoto di potere è adesso e toccherà il culmine proprio in autunno. Un consiglio: la tempesta è per tutti, ma l’appiglio più sicuro si chiama Europa.

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