Savona: patriottismo e patrimoniale
Dall’Eurexit all’oro alla patria, il nuovo Piano B del presidente della Consob
Il patriottismo è sentimento nobile, ma anche pericoloso. Quando evocato si tira in ballo sempre un linguaggio un po’ bellico e nelle guerre non ci vuole molto a passare dall’esercito di volontari alla coscrizione obbligatoria. E il presidente della Consob Paolo Savona, che ha sempre un piglio bellico, nel suo discorso annuale al mercato ha chiamato il popolo dei risparmiatori alle armi nella guerra del debito. Dice il guru dei sovranisti Savona che rischiamo una nuova crisi del debito e non ci possiamo fidare degli stranieri: dei privati perché “come presumibile, il mercato non terrà conto della capienza del nostro risparmio” e del pubblico perché “il rimborso del debito pubblico è messo in dubbio dalle stesse istituzioni sovranazionali”.
Che fare, allora? Chiedere uno sforzo patriottico agli italiani! “Emettere obbligazioni pubbliche irredimibili, strumento tipico delle fasi belliche, alle quali la vicenda sanitaria è stata sovente paragonata”. Si può quindi chiedere ai risparmiatori di comprare questi titoli “nel loro interesse a impedire che costi e vincoli possano essere imposti al paese”. Non c’è nulla di imposto, dice Savona, “la sottoscrizione di obbligazioni irredimibili sarebbe ovviamente volontaria e l’offerta quantitativamente aperta”. Però, insomma, sarebbe disdicevole se di fronte alle difficoltà gli italiani voltassero le spalle allo stato. Ed è qui che l’invito inizia ad assumere un tono minatorio: “Se i cittadini italiani non sottoscrivessero questi titoli, concorrerebbero a determinare decisioni che, ignorando gli effetti di lungo periodo di un maggiore indebitamento pubblico, creerebbero le condizioni per una maggiore imposizione fiscale”. Insomma, cari italiani, sappiamo che avete tanti risparmi sotto al materasso, dateli spontaneamente allo stato e nessuno si farà del male, altrimenti verrà lo stato a prenderseli con la forza e non sarà piacevole. Una volta il Piano B di Savona era l’Eurexit, ora la patrimoniale (più o meno volontaria). Più che un discorso, quello del presidente della Consob è sembrato una minaccia al mercato.