L'auto ripresa
L’impatto della crisi è forte, ma qualche dato positivo arriva dall’automotive
L’impatto della pandemia potrebbe risultare più forte del previsto, dice il Bollettino economico della Banca centrale europea, e il ritmo di contrazione dell’economia “è più rapido e l’entità maggiore di quanto osservato durante la Grande recessione”. Ma il richiamo agli anni Trenta è mitigato dalle proiezioni sul pil mondiale ed europeo. “Il primo, area euro esclusa, dovrebbe risultare in contrazione del 4 per cento. Eppure dopo il drastico calo dei primi due trimestri nel terzo del 2020 l’attività mondiale dovrebbe avviarsi alla ripresa e crescere nel 2021 e 2022, rispettivamente, del 6 per cento e del 3,9”. Nell’Eurozona “nello scenario di base il pil annuo si ridurrebbe dell’8,7 nel 2020, risalendo del 5,2 nel 2021 e del 3,3 nel 2022”. Se c’è un modo di guardare alla metà piena del bicchiere se ne deduce che nel resto del mondo il rimbalzo supererà la perdita di ricchezza di questo, a partire da luglio. Mentre nell’area euro, a fronte di un calo più consistente, si avrebbe un pieno recupero.
Le contraddizioni sono solo apparenti. Il mondo comprende economie non avanzate dove gli effetti della pandemia sono ridotti, mentre il recupero è più forte in quanto in molti paesi la produzione industriale è meno rilevante. L’Europa è più colpita essendo al tempo stesso produttrice, consumatrice ed esportatrice. Nel frattempo è bene osservare l’andamento del mercato dell’auto. Secondo l’Associazione costruttori europei nell’Europa occidentale le vendite sono scese a maggio del 56,8 per cento, ad aprile del 78,3, a marzo del 51,8. La flessione ha in pratica ricalcato il lockdown. Eppure nonostante l’incertezza di fondo il trend negativo a maggio ha rallentato di quasi 27 punti. L’Italia con un calo del 49,6 ha fatto meglio di Regno Unito (89), Spagna e Francia, quasi alla pari con la Germania. Per una volta Fca ha battuto la concorrenza, grazie soprattutto a Jeep che ha migliorato le quote di mercato in tutta Europa. Segnali timidi ma che è d’obbligo cogliere: la filiera dell’auto va sostenuta senza pretestuose polemiche sulle garanzie pubbliche. La Francia ha attivato aiuti diretti per 8 miliardi, la Germania per 4,5, la Spagna per 3,75. Noi dovremmo accompagnare il matrimonio Fca-Psa.