Giuseppe Conte, durante il question time di ieri alla Camera, ha affermato che “il decreto semplificazione è indispensabile per modernizzare l’Italia e far correre tutto il paese”. Si tratta di un tema cruciale, di una riforma a costo zero che toglierebbe molti di quei “lacci e lacciuoli” ai quali Guido Carli nel lontano 1973 attribuiva la colpa di “mantenere una condizione generalizzata di sofferenza per il sistema produttivo”. Molta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma le norme che complicano la vita alle imprese e rallentano l’azione delle amministrazioni pubbliche si sono moltiplicate. Conte mostra un impegno apprezzabile al varo di questa riforma. Ma deve fare i conti con due ostacoli, che cerca di aggirare: le divisioni della maggioranza e una ricerca di rivincita della magistratura politicizzata.
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