Ricordate le polemiche sul surplus commerciale tedesco? Sembra passato un secolo. Oggi il problema dell’Europa – e dell’Italia – è l’opposto, cioè che la Germania non esporta abbastanza e quindi lascia a bocca asciutta i paesi fornitori, tra cui il nostro. Nel mese di maggio, il valore dei beni venduti da Berlino all’estero è crollato del 29,7 per cento rispetto allo stesso mese del 2019, sia in riferimento all’export verso altri stati membri dell’Unione europea (-29 per cento), sia verso destinazioni extra Ue (-30,5 per cento). Le flessioni più pronunciate riguardano gli Stati Uniti (-36,5 per cento) e il Regno Unito (-46,9 per cento), che nel 2019 rappresentavano rispettivamente il primo e il quinto partner commerciale della Germania. Sta qui il succo dell’intera discussione: in Germania il saldo di parte corrente è positivo grazie soprattutto alla capacità delle imprese tedesche di piazzare i loro prodotti sui mercati terzi. Adesso che il Covid ha affossato gli scambi internazionali – almeno nella prima metà dell’anno – vediamo plasticamente l’effetto del rallentamento germanico anche sul nostro sistema produttivo.
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