Appello alla Borsa italiana: presto, correggete il glossario sul vostro sito! C’è il rischio che qualcuno vi legga che il capitale di rischio “è rappresentativo della partecipazione al progetto imprenditoriale ed è pienamente soggetto al rischio d'impresa”. Eh no! O, almeno, non sempre: se per esempio qualcuno ha investito nei Pir, grazie all’ennesimo bonus della legge di Bilancio, gli eventuali profitti sono vostri ma le perdite sono a carico della collettività. I Piani individuali di risparmio (Pir, appunto) sono stati introdotti nel 2017 con l’obiettivo di veicolare parte dei risparmi degli italiani verso la cosiddetta “economia reale”. Se l’investitore mantiene la posizione per almeno cinque anni, non è più tenuto a versare le tasse sugli utili né l’eventuale imposta di successione sul patrimonio investito. Poi, però, arriva la recessione. Cosa si inventa, allora, il legislatore? Un credito d’imposta pari alle perdite, minusvalenze e differenziali negativi derivanti dai Pir costituiti dal 1° gennaio 2021 per gli investimenti effettuati nell’arco dell’anno venturo. In sintesi: se il Pir è in attivo non paghi le tasse, se è in perdita le tasse pagano te.
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