La manifattura regge e si prepara a ripartire con forza da giugno e nei contratti di lavoro si riflettono più queste buone aspettative che il disastro della crisi sanitaria. I metalmeccanici avranno un aumento a regime di 112 euro e si chiude così una lunga vertenza in cui le parti avevano cominciato da posizioni molto distanti (166 euro la prima richiesta, 65 euro la prima offerta). Dal lato datoriale si puntava sul semplice recupero delle attese di inflazione, ma poi il clima è cambiato e nella trattativa sono entrate anche altre questioni, dalla durata del contratto fino alla ridefinizione dei ruoli lavorativi, degli inquadramenti contrattuali, per renderli più aderenti a un’industria che dagli anni 70 (quando vennero fissati) si è trasformata e ora sta nuovamente cambiando, con la Transizione 4.0.
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