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La regione Lombardia in questi giorni già ha il suo da fare con il tentativo di recuperare l’efficienza nell’organizzazione della campagna vaccinale. Ma qualche spiritello iper-burocratico deve essersi infiltrato anche in altri uffici regionali, non solo in quelli sanitari. Succede che la società autostradale Milano Serravalle-Milano Tangenziali, che appunto è di proprietà della regione, ha bandito una gara per le aree di servizio e la ristorazione lungo le sue autostrade. Invece di ricorrere alle abituali norme a tutela della concorrenza ha voluto deliberare con zelo e ha stabilito un tetto simile a una mannaia, non più di 5 lotti oil (benzinai) e 5 non-oil (ristorazione) per ciascuna società concorrente. Il sistema sembra pensato per tutelare eventuali partecipanti con piccole aziende alle spalle. Peccato che di questi operatori non ne esistano. Il risultato della regolazione draconiana è che la società più forte del settore, Autogrill, si è aggiudicata nella gara aperta 10 lotti per ciascuna modalità, ma poi l’intervento della mannaia ha redistribuito le assegnazioni ai secondi e anche ai terzi. Non piccole aziende, ma altri gruppi di rilievo, vanificando così la tutela delle migliori offerte e con essa lo stesso senso di una gara competitiva. Di tutto questo zelo regolatorio non era stato informato il ministero delle Infrastrutture, mentre in passato l’Autorità garante della concorrenza aveva messo in guardia dall’applicazione di tetti in gare nelle quali non c’erano rilevanti differenze dimensionali tra le aziende partecipanti. La contestazione delle norme specificamente previste in questa gara è arrivata al Consiglio di stato. Vedremo quindi se l’eccesso di zelo è stato legittimo o no, ma certamente non ha utilità né per la concorrenza, né per i consumatori, né per rafforzare le imprese con una sana competizione di mercato. L’Italia e la concorrenza: un piccolo caso di scuola.