Editoriali
Contro le ipocrisie sulla burocrazia
Esiste la politica immobile, non la palude burocratica. Appunti sul Pnrr
L’avvio del piano di rinascita presentato dal governo all’unione europea si presenta complesso, per la varietà dei progetti e per la loro titolarità territoriale. Coinvolge comuni, province e regioni e richiede una attenta regia da parte del governo. E' naturale che ci sia preoccupazione per il funzionamento simultaneo di un sistema di decisioni così articolato, ma dire che il problema è, come al solito, “la burocrazia” è un modo un po’ ipocrita per assolvere in anticipo i responsabili politici e amministrativi. La burocrazia, cioè i diversi apparati funzionali ai diversi settori dell’amministrazione, applica le regole vigenti, lo fa perché lo deve fare e rischia processi penali se non lo fa.
Il fatto è che in molti campi le regole sono confuse, contraddittorie e difficili da applicare, soprattutto in tempi predefiniti. Il governo e il Parlamento devono intervenire preventivamente sulla regole semplificandole e in qualche caso abolendole o sospendendole. Il direttore del Corriere della Sera, ieri, ha titolato la sua risposta a una lettera “non affondiamo il ricoveri nella palude burocratica”. Forse avrebbe potuto precisare che bisogna risanare la palude delle regole che rendono i passaggi burocratici tanto lenti e spesso inconcludenti. Fontana cita l’esempio della ricostruzione del ponte di Genova, che però ha potuto essere realizzato perché era stata approvata una norma speciale che aboliva praticamente tutte le regole che si applicano per appaltare ed eseguire opere pubbliche. Così gli amministratori e la loro burocrazia hanno potuto agire in modo rapido ed efficace.
Lo stesso vale per i progetti del Recovery, moltiplicato per cento. Si può chiedere agli uffici di accelerare le pratiche, ma non si può chiedere loro di non rispettare le regole, quindi bisogna cambiarle. Molte di queste regole nascevano da esigenze legittime, quindi sospenderle non sarà indolore: è questa la sfida del governo, semplificare e responsabilizzare . E’ un lavoro improbo, ma è indispensabile se no si vogliono far naufragare i progetti per poi lamentarsi della “palude burocratica”.