Editoriali
Landini fa un green crash
Sul pass verde in azienda e a scuola il segretario manda in tilt la Cgil
La discussione sull’applicazione del green pass nelle scuole e nelle aziende sta assumendo caratteri surreali. I sindacati del lavoro e i presidi formalmente plaudono a una misura che serve a tutelare la sicurezza di tutti, ma poi sollevano obiezioni o avanzano richieste che rendono più arduo un percorso che tutti dovrebbero concorrere a semplificare.
I presidi chiedono l’assunzione di decine di migliaia di addetti al controllo, quando è evidente che basta che il primo giorno di scuola i docenti si presentino con l’attestato e tutto finisce lì. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, continua a intimare al governo e alle controparti di evitare che ci siano discriminazioni tra i lavoratori, discriminazioni del tutto inventate a meno che non si sostenga che mettere a rischio di contagio i compagni di lavoro sia un diritto (mentre poi si chiede alle aziende di tutelare la salute dei dipendenti). Invece di sollevare problemi bisognerebbe impegnarsi a risolverli, per esempio adottando un avviso comune tra le parti sociali, che poi può essere trasferito in un atto legislativo per evitare episodi di microconflittualità soprattutto con sindacati aziendali o autonomi. Far funzionare in sicurezza le scuole le aziende e gli uffici è interesse di tutti ed è la condizione per dare gambe alla ripresa.
Anche il governo deve prestare attenzione a emanare norme semplici, efficaci e facili da osservare. Ha fatto bene ora a chiarire che non si può pretendere che i ristoratori chiedano i documenti ai clienti, ma se ha dovuto specificarlo è perché la normativa iniziale era confusa. La popolazione ha collaborato e vuole collaborare, anche per questo bisogna riportare alla normalità la situazione, esercitare i controlli necessari ma senza creare un clima da stato d’assedio. Non c’è bisogno di agire come sceriffi quando non c’è in giro un clima da far west. Poi se si verificano abusi si possono fare ispezioni a campione da parte delle forze dell’ordine, ma il clima attuale di responsabilità civica generalizzata non va rovinato, né dai presidi né da Landini né da altri.