L'incertezza su Jackson Hole

Doveva essere la conferma della ripresa economica e la Federal Reserve di Kansas City, che ogni anno ad agosto ospita la crème de la crème dei banchieri centrali a Jackson Hole, tra le montagne del Wyoming non lontano dal grande Parco di Yellowstone, aveva annunciato che il meeting si sarebbe svolto in presenza. Invece la variante Delta ha costretto a fare marcia indietro. Il tema all’ordine del giorno era l’inflazione come conseguenza del rimbalzo congiunturale, della pressione dal lato delle materie prime e dei salari, oltre che dell’enorme quantità di moneta stampata dalle banche centrali. Invece a farla da padrona è l’incertezza. La ripresa c’è, ma la curva che per mesi marciava verso l’alto ha cominciato a sobbalzare, lo stesso vale per le Borse nonostante restino ottimiste grazie alla liquidità alla quale possono ancora abbeverarsi, per le aspettative delle imprese e delle famiglie, insomma per tutti gli indicatori fondamentali.

Tutti si attendono che Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, faccia chiarezza. Finora aveva indicato l’anno prossimo come scadenza del massiccio acquisto di titoli, in modo da lasciarsi le mani libere per manovrare i tassi di interesse e controllare l’inflazione, insomma un ritorno alle leve più tradizionali, back to normal. Ma a questo punto è difficile che possa annunciare una qualche data d’inizio per il tapering. Anche perché all’incertezza globale se ne aggiunge una più locale, anzi personale: il mandato di Powell scade l’anno prossimo e pochi, a questo punto, scommettono sulla sua conferma. E’ stato nominato da Donald Trump, con cui rapidamente è entrato in contrasto, che non aveva concesso un secondo mandato all’attuale segretaria al Tesoro Janet Yellen. Che cosa farà Joe Biden nell’anno delle elezioni di mid-term? Dopo la débâcle afghana e con un Covid-19 ancora in circolazione rischia di perdere il controllo del Congresso e diventare con largo anticipo un’anatra zoppa.