Editoriali
Google investe in immobili nelle città
Altro che fuga nei borghi. C’è un boom alle viste nelle nuove metropoli
La notizia lanciata dal Wall Street Journal può essere riassunta in poche righe: Google sta comprando un palazzo per uffici a Manhattan per 2,1 miliardi di dollari. Dietro alla notizia c’è la gerarchia del potere economico nell’èra digitale, ma ci sono anche i nuovi equilibri che, partendo dal mercato, definiranno la ripresa dopo la pandemia, il lavoro, le imprese, il volto delle metropoli. Manhattan è sempre stata lo specchio nel quale si rimira il capitale. E lo è ancora a dispetto di tutti i declinisti. Un tempo c’era la Chrysler a svettare con il suo grattacielo. Oggi le Big Oil, le Big Car, persino le Big Bank o i magnati della rendita come i Trump, passano lo scettro alle Big Tech. Facebook, Apple, Amazon, Alphabet (società madre di Google) sono le compagnie più attive sul mercato immobiliare e questo è un buon momento per comprare a New York, a Parigi e anche a Milano: sul real estate fiaccato dalla pandemia c’è ovunque un gran fermento. Fin qui è quasi ovvio. Meno scontato è che Google voglia altri uffici nella Grande mela dove è ben insediata.
“Noi sappiamo che i nostri dipendenti per essere contenti e produttivi hanno bisogno di collaborare, quindi compriamo più spazio nel quale lavorare. E compriamo perché vogliamo controllare il nostro proprio spazio”, spiega William Floyd il manager che si occupa della governance. Non solo. Google va a Manhattan dove impiega già 12 mila persone, perché lì trova i lavoratori giusti, quelli con una istruzione elevata e adeguata. Allora lo smart working è solo un accidente? E che fine fa la teoria secondo la quale il Covid ha svuotato per sempre le città? In realtà bisogna guardare a una transizione lunga nella quale presenza e distanza si scambiano e si integrano. Ciò vale anche per le metropoli. I grattacieli non verranno sgombrati, i centri urbani non diventeranno deserti acchiappa-turisti, ma anche le grandi città saranno multipolari. In attesa che il futuro si faccia presente, guardiamo al nuovo boom immobiliare e all’aumento dell’occupazione. Grazie anche a Big Tech.