Editoriali
Lo spettacolo della tripla A europea
Il successo dei bond verdi in Europa è una sberla al partito dei disfattisti
Con il bond legato alla transizione ecologica da 12 miliardi e durata 15 anni, collocato lunedì con domanda 11 volte superiore all’offerta, l’Unione europea è la prima emittente green del mondo. Globalmente ci sono circa mille miliardi di obbligazioni verdi emessi da 49 paesi in 29 valute. Quelle europee rappresentano già il 53 per cento, e l’euro è la prima valuta seguita dal dollaro e dallo yuan. Molti analisti vi scorgono i rischi di una bolla, il che non ha scoraggiato i sottoscrittori: la domanda è stata di 135 miliardi, nonostante i 15 anni di scadenza e un rendimento dello 0,435 per cento, appetibile rispetto agli equivalenti Bund tedeschi (0,109) ma meno onerosi per i debitori dei T-Bond americani e dei Btp italiani, entrambi a rendimento netto del 2,25.
Ma al di là delle analisi finanziarie il vero dato è politico. Dopo decenni di feroci contrasti tra favorevoli e contrari – i paesi mediterranei da una parte, i rigoristi dall’altra – gli Eurobond si sono materializzati nella realtà per finanziare almeno un terzo del piano di rilancio economico post Covid detto Next Generation Eu, in realtà con un raggio d’azione che va anche oltre: prestiti e sussidi durano 5 anni, ma le scadenze dei prestiti arrivano finora a 20 e sono previste emissioni trentennali. L’Italia come è noto è la maggior beneficiaria con 209 miliardi sui 750 di raccolta; in cambio si impegna assieme agli altri paesi dell’euro a offrire garanzie sui conti pubblici, cioè debito e deficit sotto controllo, ma soprattutto riforme. A fronte di questo ha, di fatto, ottenuto gli Eurobond per i quali si era sempre battuta. E che, visto il successo, potrebbero affiancare stabilmente le emissioni nazionali. Dunque per la prima volta nella storia contemporanea beneficiamo di titoli a tripla A, con domande che nelle cinque emissioni fin qui collocate (di cui due green) hanno oscillato tra le 7 e le 11 volte l’offerta. Una scommessa ragionata sul futuro resa possibile dall’Europa. In cambio ci si chiede una sola cosa: credibilità.