Musk fa il populista su Twitter, Bezos accelera sull'auto elettrica
Il ceo di Tesla si cimenta nella democrazia diretta chiedendo ai suoi follower se vendere il 10 per cento delle sue azioni. Risultato: titolo giù, per la gioia degli speculatori al ribasso. Sarà anche un genio imprenditoriale, ma proprio non riesce a essere un modello. Appunti dal fondatore di Amazon
Da sempre disinvolto su Twitter, Elon Musk ha fatto impazzire la Sec, la commissione di controllo di Wall Street, e gli azionisti di Tesla, la sua azienda. Tra i potenziali bersagli della Billionaire Tax con la quale circa 700 super-ricchi – con un patrimonio di almeno un miliardo di dollari o redditi triennali di 100 milioni – sarebbero chiamati a pagare al fisco l’aliquota dei capital gain (23,8 per cento) anche su guadagni virtuali, Musk ha chiesto ai suoi follower se deve vendere il 10 per cento della quota in Tesla, pari al 23 per cento, quindi il 2,3 totale, impegnandosi ad accettare il sì o il no. In maggioranza gli hanno detto di sì e il titolo è caduto (dal 7 per cento al 5 poi al 3), penalizzando i piccoli azionisti e beneficiando gli speculatori al ribasso. E mandando in bestia appunto la Sec, poiché essendo Musk ceo di SpaceX, che controlla Tesla, non può fornire al mercato informazioni false.
Fin qui la questione può essere ridimensionata alla twittermania di Musk – ha cinguettato “America libera ora”, il motto di Donald Trump, contro “il panico da Covid”, alle presidenziali ha sponsorizzato sponsorizzato il rapper Kanye West, ha fatto salire e crollare i Bitcoin, ha bersagliato i rivali nella corsa allo spazio Jeff Bezos e Richard Branson – se non fosse che il capo di Tesla è un comunque un super-innovatore globale e un genio imprenditoriale. Ma non riesce ad essere un modello.
E questo perché è un populista al cubo, non al di sopra ma al livello di influencer e politici. Nel caso i radicali democratici che vorrebbero lo scalpo dei ricconi per finanziare i piani di welfare di Joe Biden e per le beghe di un partito che non si è ripreso dalla vittoria su Trump. Elon Musk ricorda più Howard Hughes che non Bill Gates, Steve Jobs, il nemico Bezos. Il quale, mentre Musk twitta e twitta, partecipa al collocamento in borsa di Rivian (azienda che esiste dal 2009), per produrre suv e pickup elettrici. Obiettivo, 53 miliardi, quanto Honda e più di Ferrari. Forse 100 nel 2022. Per la tastiera di Elon Musk ce n’è abbastanza.