In difesa della flessibilità
Protezione dei riders sì, ma ingessare le piattaforme significa snaturarle
Mercoledì la Commissione europea presenterà una proposta di direttiva per disciplinare i contratti dei fattorini che lavorano per le piattaforme online. Il rischio è vincolare a regole inadeguate un settore sfaccettato
Mercoledì la Commissione europea presenterà una proposta di direttiva che dovrebbe disciplinare il lavoro presso le piattaforme online. Il piano predisposto dal Commissario Nicolas Schmit dovrebbe rispondere alla domanda che da tempo investe i rider e gli altri lavoratori analoghi: si tratta di dipendenti oppure di autonomi? Da un lato, c’è chi osserva che essi non hanno alcun potere di stabilire il prezzo dei servizi offerti né sono esposti al rischio di impresa. Quindi andrebbero considerati dei dipendenti. Dall’altro, si obietta che sono liberi di decidere se e quando rendersi disponibili e addirittura se accettare o rifiutare una chiamata, dunque sono pienamente padroni di sé. Non solo: spesso le piattaforme affidano la valutazione (e la valorizzazione) dei collaboratori a sistemi di rating, che sono governati da algoritmi i cui criteri non sono noti. Ecco: la direttiva dovrebbe intervenire su questi aspetti. Da un lato, prevedendo per le piattaforme l’obbligo di assumere i collaboratori, a meno che non siano in grado di provare che essi hanno effettivamente le caratteristiche degli autonomi. Dall’altro, gli algoritmi andrebbero resi trasparenti, in modo da evitare ogni asimmetria informativa tra la piattaforma e i lavoratori.
Si tratta di un tema complesso e sfaccettato, che tra l’altro assume tinte diverse non solo in funzione del mercato in cui viene collocato (il food delivery non è il ride sharing), ma addirittura varia da piattaforma a piattaforma e da paese a paese. Il problema di fondo, però, è che il rapporto flessibile col lavoratore rappresenta l’essenza stessa del modello di business delle piattaforme: il mestiere di queste ultime non è l’organizzazione del lavoro, ma l’intermediazione tra i diversi versanti del mercato (per esempio: il ristorante, il rider e il cliente). Ingessare le piattaforme significa snaturarle, trattarle alla stregua degli opifici di una volta. Si parla molto di transizione digitale: difficile interpretarla in funzione pro-crescita se gli strumenti interpretativi sono gli stessi di un secolo fa.