editoriali
La vera solidarietà dimenticata
Moralismo sindacale sulle bollette. Ma sull’Iva al volontariato tutti zitti
Il tormentone più gettonato, e privo di senso, dello scorso weekend è stato quello contro la sordida avarizia dei ricchi (e dei partiti loro alleati, ovviamente: siamo sempre fermi al Novecento) che hanno “rifiutato” un contributo di solidarietà – “Il prezzo di una pizza”, secondo qualche lacrimevole twittarolo – per alleggerire il caro bollette dei “poveri”. Ora, a parte che il portentoso contributo di generosità sarebbe ammontato a pochi euro a famiglia, e che oltre ai già previsti 700 milioni per il caro bollette il governo reperirà le risorse per un ulteriore aiuto, quello che colpisce è la retorica della “solidarietà” e della mancata beneficenza natalizia. Come se equità fiscale e beneficenza fossero la stessa cosa, e i presunti “ricchi” degli orribili Scrooge. Un moralista per tutti, Nicola Fratoianni: “Trovo scandaloso che sull’aumento delle #bollette il #governoDraghi non sia stato in grado di fare operazione solidale”.
Ma mentre montava l’indignazione i sindacati – veri artefici del tentativo di far diventare più buoni per legge, cioè più poveri, gli over 75 mila euro –, la sinistra e la pletora noiosa di commentatori al seguito non si sono accorte di una norma sbagliata e che invece punisce davvero chi si occupa delle fasce sociali più in difficoltà: il Terzo settore. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale del volontariato – che Sergio Mattarella ha indicato a modello come “straordinaria energia civile” – è stata approvata nel collegato fiscale una norma che assoggetta all’Iva attività del non profit finora esenti. Un altro svarione di un sistema normativo caotico. La nuova disciplina equipara ad attività commerciali le cessioni di beni e le prestazioni di servizi ai soci, le cessioni di pubblicazioni sempre ai soci e la somministrazione di alimenti e bevande effettuata nelle sedi di enti le cui finalità assistenziali sono riconosciute persino dal ministero dell’Interno. Un aiuto a chi ha bisogno elargito, questa volta sì, con altruismo e generosità e che vale molto più di un pugno di euro una tantum. E che va difeso. Ma su questo, sindacati e moralisti sono distratti.