editoriali
Deutsche Bank non crede alla Bce sulla stretta monetaria
La presidente dell'Eurotower Christine Lagarde è contraria a un rialzo dei tassi, ma la banca d’affari tedesca è meno ottimista
La Bce potrebbe essere portata a rivedere la politica monetaria in senso restrittivo prima del previsto. L’ipotesi sta prendendo sempre più consistenza sui mercati e qualche banca d’affari ha già posto l’Istituto di Francoforte sulla scia della Federal Reserve con la quale, invece, la presidente Christine Lagarde cerca in tutti i modi di rimarcare le differenze. Secondo Deutsche Bank, il primo rialzo dei tassi nell’Eurozona – pari a un quarto di punto (0,25 punti base) – potrebbe essere deciso già a dicembre di quest’anno, contrariamente alla previsione di lasciare il costo del denaro invariato fino al 2023 per non pregiudicare la ripresa economica.
Quest’ultimo concetto è stato ribadito pochi giorni fa dalla stessa Lagarde in un’intervista alla stampa francese, in cui ha detto che alzare i tassi nel breve-medio periodo farebbe più male che bene all’economia europea perché l’inflazione scenderà gradualmente quest’anno. Il messaggio “dovish” della presidente della Bce ha trovato conferma nelle parole del suo capo economista Philip Lane, il quale, in un’altra intervista, ha detto che il Consiglio certamente agirebbe se l’inflazione rimanesse sopra le attese, ma uno scenario del genere per ora sembra poco probabile.
A dicembre 2021 l’inflazione ha fatto registrare un incremento del 5 per cento, il massimo mai riscontrato nell’area euro; tuttavia la Bce la vede scendere sotto l’obiettivo del 2 per cento entro il quarto trimestre. Peccato che questa proiezione sia vista come eccessivamente ottimista da alcuni componenti del board dell’Eurotower, per i quali bisognerebbe prendere atto che i prezzi dell’energia continueranno a salire e che i colli di bottiglia permarranno ancora a lungo.
Non è un caso che sia una banca d’affari tedesca come Deutsche Bank la prima a sbilanciarsi anzitempo su una stretta monetaria, ritenendo che le condizioni che la potrebbero determinare si verificheranno già alla fine di quest’anno. Il che, però, fa registrare almeno un disallineamento tra le attese degli investitori e le prospettive della Bce.
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