EDITORIALI
Il problema di Mps è il Mef, non i suoi vertici
Il Monte dei Paschi cambia guida: fuori Bastianini, Lovaglio è il nuovo ad. Senza una nuova strategia però cambierà poco
Come previsto il Tesoro ha silurato l’ad del Monte dei Paschi di Siena, Guido Bastianini, in carica dal maggio 2020, e lo sostituirà con Luigi Lovaglio, ex Creval, risanata e acquisita da Crédit Agricole. Decisione che deriva dalla richiesta europea di discontinuità nella banca beneficiaria di aiuti di stato mentre Bastianini si era opposto all’acquisto da parte di Unicredit, cosa che avrebbe posto fine ai salvataggi pubblici. L’ormai ex capo azienda sosteneva che Mps poteva restare in piedi da sola e per dimostrarlo ha fatto trapelare un utile di bilancio 2021 tra i 200 e i 260 milioni. Questo ha dato modo alle forze che sponsorizzarono la nomina di Bastianini (il Movimento 5 stelle in èra Conte 2) o che dopo l’hanno appoggiato, come Matteo Salvini, di dire che il siluramento è l’ennesimo pedaggio all’Europa o alle grandi banche.
Il metodo seguito non è proprio lineare: per consentire a Bastianini di restare nel cda è stata fatta dimettere “per motivi personali” una consigliera designata dal Mef, mentre nel 2020 ministro dell’Economia era Roberto Gualtieri, e dunque la rimozione imbarazza, tanto per cambiare, anche il Pd. Ma poi ci sono le cifre: il modesto utile 2021 si confronta con una perdita di 1,69 miliardi nel 2020 e di 1,03 nel 2019. Il pareggio dei conti è una chimera, e il Tesoro che ha già versato a Mps 6,9 miliardi se ne vede ora chiedere altri 2,5. Un’Alitalia bancaria. Però proprio per elargire altri fondi il governo tratta con Bruxelles la discontinuità di gestione. Ma come per Alitalia il problema non è di manager – i nuovi dovranno comunque fare tagli al personale, del resto annunciati anche dall’ex ad – ma di strategia.
Ha senso una banca dal blasone antico ma piccola e isolata nel mondo finanziario, con sportelli e dipendenti dappertutto e senza missione definita? Che grava quasi interamente sui contribuenti? E che a ogni passaggio politico presenta il conto? Se il Mef vuole venderla, lo faccia, ne ha il diritto e forse il dovere. Il resto è solo l’ennesimo, inutile e costoso rattoppo.