editoriali
Le vendite al dettaglio crescono più del pil: l'inflazione si può governare
Nonostante bollette e prezzi siano aumentati nel 2022, l'Istat registra un aumento dei consumi degli italiani, in particolare in elettronica e abbigliamento: un ritrovato clima di ottimismo, trainato dall'online
Nel 2021, certifica l’Istat, le vendite al dettaglio sono aumentate del 7,9 per cento rispetto all’anno precedente influenzato pesantemente dall’emergenza sanitaria; ma anche negli ultimi 12 mesi non sono mancate chiusure e restrizioni. Il dato rispecchia il valore delle vendite mentre in volume la ripresa è stata del 7,2. Meglio dunque dell’aumento del pil (6,5 per cento). Tutte le forme di vendita registrano variazioni annue positive, in particolare, per la grande distribuzione, e aumentano le vendite degli esercizi specializzati e quelle degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare (in sostanza abbigliamento ed elettronica) che tornano ai livelli del 2019.
Nonostante l’inflazione già in arrivo, dicembre è andato bene: le vendite in valore salgono dello 0,9 per cento rispetto al mese precedente e del 9,4 su base annua. Una volta tanto sono soddisfatte anche le associazioni di consumatori: “E’ prevalso l’effetto Natale sul caro bollette, anche perché non erano ancora scattati i rialzi impazziti di gennaio” afferma Massimiliano Dona dell’Unione nazionale consumatori. “Ed è confortante che per la settima volta consecutiva si siano interamente recuperati i valori pre-crisi, non solo superando i valori pre-pandemia del gennaio 2020, cosa successa spesso, ma anche le vendite registrate a febbraio 2020, ultimo mese pre-lockdown”.
In questi dati ci sono almeno altri due segnali. Il primo è che, benché il caro bollette e il caro prezzi si siano acuiti nel 2022, l’umore della popolazione resta improntato all’ottimismo, il che ovviamente si ripercuote sulle aziende, commerciali e manifatturiere. Sprecare questo momento con proposte di matrice elettorale quali l’emissione di nuovo debito per ridurre l’inflazione (come?) o l’imposizione di tasse extra alle imprese per compensare le famiglie sarebbe un harakiri su tutta la linea a cominciare ovviamente dai conti pubblici. E se provassimo a fidarci di questo ottimismo? Il secondo messaggio riguarda l’online, che pure alcuni vorrebbero limitare. C’è spazio per tutti, evidentemente.