I dati
Bollette, benzina e acqua: così l'inflazione ha fatto lievitare i prezzi in un anno
L’aumento dei costi delle materie prime alimentari e dei beni energetici si riflettono sui prezzi di abitazioni, elettricità e combustibili, cresciuti quasi del 30 per cento. Solo istruzione e comunicazioni registrano una flessione. I dati Istat
In un anno, tra il febbraio 2021 e lo stesso mese nel 2022, i prezzi relativi alla spesa per abitazioni, acqua, elettricità e combustibili sono cresciuti quasi del 30 per cento, trainando un'inflazione che "accelera per l’ottavo mese consecutivo, raggiungendo un livello che non si registrava da novembre 1995", e si riversa su altri settori, dai trasporti agli alimenti, in principal modo.
Effetti di uno scenario economico sempre meno chiaro, con il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina che rischia di aggravare ogni prospettiva, di cui Istat prova a restiruire le coordinate nel documento mensile d'aggiornamento dei prezzi al consumo. La crescita del pil del 6,6 per cento nel 2021, che lo stesso istituto di statistica ha definito di "intensità eccezionale", fa insomma i conti con un'inflazione che nel dato generale è stimata al 5,7 per cento su base annua (a gennaio la stessa previsione si fermava al 4,8 per cento).
Scorporando i dati, si vede come il grosso dell'inflazone sia dovuto alla crescita dei prezzi legati alle necessità principali: quelli afferenti all'abitazione, elettricità, acqua e combustibili sono cresciuti del 27,3 per cento in un anno. Più nel dettaglio, sono in particolare i beni energetici a registrare numeri record: +45,9 per cento, derivante da un aumento del 31,3 per cento per quanto riguarda le risorse non regolamentate (come il carburante o l'elettricità al mercato libero, per esempio) e dal 94,4 per cento relativo ai beni regolamentati (tariffe per l’energia elettrica nel mercato tutelato o per il gas di rete per uso domestico). Un numero, quest'ultimo, che è dunque quasi raddoppiato in un anno, ma sostanzialmente in linea con il dato di gennaio, che Istat certificava al 94,6 per cento.
Va da sè allora che a subire le maggiori difficoltà sia anche il settore dei trasporti: l'aumento in questo caso è del 9 per cento (con il prezzo del gasolio per i veicoli che segna +24 per cento e quello della benzina un +21,9 per cento). Più limitato ma comunque significativo è l'aumento rispetto al febbraio 2021 dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche (+4.9 per cento) e dei servizi ricettivi o di ristorazione (+4 per cento). Tutti aumenti che in qualche misura, sottolinea Istat, si legano ai costi dell'energia, specie per quei prodotti alimentari chie richiedono particolati condizioni di conservazione.
Mobili, articoli e servizi della casa vedono invece crescere i prezzi del 3 per cento, mentre spettacoli e cultura si fermano all'1,3 per cento. Tutti gli altri ambiti classifcati da Istat hanno subito variazioni comprese tra il +0.8 per cento dell'abbigliamento e lo 0,3 per cento di alcolici e tabacchi. Solo due settori infine registrano una flessione, si tratta dell'Istruzione (-0,6 per cento rispetto al 2021) e soprattutto delle comunicazioni (-4,4 per cento), "che hanno risentito della forte evoluzione tecnologica del settore, con particolare riferimento ai beni, e del progressivo ampliamento delle caratteristiche concorrenziali del mercato", come afferma la nota pubblicata dall'Istituto di statistica.