Editoriali
Basta con la dipendenza energetica da Putin: ecco gli strumenti dell'Ue
Biden e Johnson rinunciano agli idrocarburi di Mosca. A Bruxelles non sono ancora pronti ma ci stanno lavorando: l'obiettivo è ridurre la domanda di gas russo di due terzi entro la fine dell’anno
Il presidente americano, Joe Biden, ha annunciato che gli Stati Uniti vieteranno le importazione di petrolio, gas ed energia dalla Russia. “Il popolo americano infliggerà un altro colpo potente alla macchina da guerra di Putin”, ha detto Biden: “Non sussidieremo la guerra di Putin”. Anche il premier britannico, Boris Johnson, ha annunciato un divieto di importazioni di petrolio russo, ma con una fase di transizione.
L’Unione europea non è ancora pronta, perché rinunciare agli idrocarburi russi significherebbe chiudere fabbriche e affrontare parte del prossimo inverno senza riscaldamento. Ma ci sta lavorando. Al vertice di Versailles di giovedì e venerdì, i capi di stato e di governo dei Ventisette si impegneranno a “uscire progressivamente dalla nostra dipendenza dalle importazioni di gas, petrolio e carbone russi”. Già oggi la Commissione ha presentato un piano per ridurre la domanda di gas russo di due terzi entro la fine dell’anno. Leggendo i documenti, l’obiettivo appare ambizioso, forse troppo. Le importazioni di gas dalla Russia ammontano a circa 155 miliardi di metri cubi l’anno. Grazie alla diversificazione dei fornitori si dovrebbero recuperare 50 miliardi con il gas naturale liquefatto (gnl) e 10 miliardi con i gasdotti. Il resto dovrebbe venire dal biogas (3,5 miliardi), dal risparmio energetico (14 miliardi), dagli investimenti anticipati nel solare, nell’eolico e nell’idrogeno (22,5 miliardi), dalle nuove pompe di calore (1,5 miliardi).
Secondo la Commissione, abbassare la temperatura di un grado per il riscaldamento consente di risparmiare 10 miliardi di metri cubi di gas. “E’ dura, straordinariamente dura. Ma è possibile”, ha detto il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans. Anche non fosse possibile, ciò che conta è il doppio segnale che l’Ue invia. Gli europei si libereranno rapidamente degli idrocarburi di Putin e del suo potere di ricatto. Per farlo sono pronti a uno sforzo straordinario che cambia ogni paradigma dell’Ue, come era accaduto con il Covid-19. E, in ogni caso, meglio prepararsi a potenziali rappresaglie, dopo che il vicepremier russo, Alxedander Novak, ha minacciato il taglio di forniture.
Secondo Bloomberg, la Commissione sta lavorando a un nuovo strumento di debito comune, analogo al Recovery fund, per raccogliere centinaia di miliardi nei mercati e finanziare l’indipendenza energetica dell’Ue e le sue capacità di difesa. Timmermans ha smentito (“non abbiamo questi piani alla Commissione”), ma ha anche ammesso che sarà il Consiglio europeo a dare indicazioni. La creazione di un nuovo fondo dell’Ue sarà uno dei temi del vertice di Versailles. Se i capi di stato e di governo daranno il via libera, la Commissione potrebbe presentare una proposta in tempi molto rapidi.
Nel frattempo viene replicato l’approccio del “wathever it takes” della pandemia per affrontare lo choc energetico. Tutti i tabù dello scorso autunno, quando il prezzo del gas aveva già raggiunto livelli record, sono saltati. Oggi la Commissione ha annunciato che gli stati membri potranno regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali (il tetto per consumatori e imprese) e tassare i profitti extra delle utility che hanno tratto beneficio dall’aumento del prezzo del gas. La commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, nei prossimi giorni adotterà un nuovo quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di stato che consenta di fornire altro sostegno alle imprese. Ad aprile la Commissione presenterà una proposta legislativa per imporre impianti di stoccaggio di gas in tutta l’Ue riempiti per almeno il 90 per cento entro il primo ottobre e si è offerta di coordinare il rifornimento anche con acquisti comuni. Il mercato dell’energia europeo impostato sulle necessità della Germania (e alla base del Green deal) rischia di saltare. La Commissione intende adottare misure di emergenza per limitare l’effetto di contagio dei prezzi del gas su quelli dell’elettricità e potrebbe rivedere il meccanismo dello scambio di emissioni Ets.
La Commissione propone anche misure per semplificare e accelerare le autorizzazioni nazionali per nuovi rigassificatori, gasdotti e impianti eolici. Timmermans ha spiegato che è “immaginabile” che paesi come la Germania e il Belgio decidano di rinunciare al gas come energia di transizione del Green deal, prolungando la vita delle loro centrali nucleari. Ci vorranno più tempo, più soldi e più sacrifici rispetto all’America, ma anche l’Ue ha deciso di non avere più nulla a che fare con Putin.