EDITORIALI
Una svolta promettente sulla privacy
L’accordo tra Ue e Stati Uniti è un assist contro la politica dell’immobilismo
La missione europea di Joe Biden ha prodotto un nuovo accordo oltre a quelli militari, energetici e alimentari. Si chiama Safe Harbor (porto sicuro) e consente alla Commissione di Bruxelles di riautorizzare il flusso di dati informatici tra Unione europea e Stati Uniti, il che, ha detto Biden, “aiuterà a mobilizzare 7,1 trilioni (7.100 miliardi) di dollari nelle relazioni Usa-Ue”. L’accordo precedente era stato bloccato nel 2015 dalla Corte di giustizia europea in quanto sbilanciato a favore delle aziende tech americane interessate a conservare dati di cittadini e imprese europei. Il nuovo accordo, al momento politico, cade quattro mesi dopo l’approvazione del Parlamento europeo di una risoluzione per irrobustire il Digital markets act (Dma), cioè un giro di vite che la Commissione doveva adottare contro aziende come Google, Amazon, Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp). Ma non solo social: l’intenzione era di mettere sotto controllo i cloud industriali, i browser, l’intelligenza artificiale. Eppure i maggiori controlli e le sanzioni inflitte in Europa non hanno impedito scandali come Cambridge Analytica del 2018, né lo spionaggio informatico da parte russa delle email del governo tedesco. Né l’utilizzo del Dna di pazienti italiani durante il “soccorso” putiniano per il Covid. Dunque che c’è di nuovo ora e perché dovremmo reciprocamente fidarci? La parte più importante del protocollo è l’istituzione di una Data protection review court, cioè una legislazione coordinata a beneficio principalmente europeo poiché le leggi americane sulla privacy sono più permissive. Il sottostante è che se alle aziende Usa interessa la profilatura commerciale, all’Europa serve la capacità Usa nell’acquisizione di dati militari. Dopo la Brexit agenzie governative come Nsa e Dia, più ancora che la Cia, hanno intensificato la collaborazione con l’intelligence britannica. Ora si tratta di condividere informazioni e interessi con la Ue. Più sicurezza in cambio di meno guerre di privacy e relative sanzioni: può essere accettabile, se funziona.