editoriale

Le sanzioni affondano l'industria russa

Redazione

Per ora in Europa il conflitto si limita a rallentare la crescita, ma in Russia Putin è costretto ad affrontare un crollo di produzione e di occupazione paragonabile solo a quello sperimentato con la pandemia

Gli effetti della guerra in Ucraina si fanno sentire sull’economia reale, ma con intensità molto diversa in Europa e in Russia. Il settore manifatturiero dell’Eurozona registra un rallentamento della crescita, con un indice Pmi di S&P Global che scende a 56,5 punti dai 58,2 di febbraio, arrivando al livello più basso degli ultimi 14 mesi. Sono ovviamente le conseguenze della guerra in Ucraina e delle tensioni geopolitiche, che hanno notevolmente ridotto l’ottimismo delle aziende rispetto alla ripresa post pandemica. Per l’Italia la contrazione è più forte: si passa dal 58,3 di febbraio al 55,8 di marzo, il livello più basso da gennaio 2021. I problemi principali per la nostra industria sono ovviamente l’inflazione energetica e la carenza di materie prime che ostacolano la crescita della produzione.  Il contesto è in peggioramento, ma c’è da ricordare che quando l’indice è sopra i 50 punti è in terreno positivo e, infatti, i produttori manifatturieri italiani hanno registrato a marzo una nuova espansione della produzione che però è più lenta di prima. Completamente diverso, rispetto all’Eurozona, è il contesto in Russia. Qui l’indice Pmi che era a 48,6 punti in febbraio è crollato a 44,1 in marzo, allo stesso livello di due anni fa e con la stessa rapidità del declino delle prime fasi dell’epidemia Covid nel 2020. I problemi delle imprese manifatturiere russe sono: la pressione inflattiva, l’aumento dei costi di produzione, la carenza di materiali,  il declino degli ordinativi per il rallentamento della domanda interna e il crollo di quella estera.  Tutto questo ha avuto come effetto una riduzione della produzione e, di conseguenza,  un aumento dei licenziamenti, con l’occupazione che scende al ritmo più veloce in quasi due anni. Insomma, sono le sanzioni occidentali che stanno mostrando i loro effetti immediati. Basti considerare che l’Avtovaz, la principale azienda automobilistica in Russia, ha dovuto bloccare la produzione perché non arrivano più dall’Europa i pezzi per fare le auto. Luci spente, motori fermi e migliaia di lavoratori a casa.

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