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editoriali

Aridatece l'olio di palma

Redazione

L’Indonesia ha bloccato l'export e ora stentiamo a trovare un sostituto. Ogni anno ne importiamo quasi un miliardo e mezzo di chili e l'opzione autarchica non è percorribile

Dopo la figura non eccelsa fatta con gli slogan sul grano italiano, buono ma non così abbondante da riempire tutti i prodotti che ne vantano l’uso, arriva un altro colpo alla credibilità della comunicazione commerciale e alimentare che va per la maggiore e alla validità delle politiche agricole derivate da quella comunicazione. Perché, con la scelta autarchica dell’Indonesia, che ne ha vietato l’export in nome della tutela dei consumi nazionali, scopriamo che senza olio di palma non si sta per niente bene. Perché il miliardo e 460 milioni di chili che ne importiamo ogni anno sono utilissimi per fare buoni dolci, tra cui una notissima e sana crema alle nocciole, e per biscotti, brodi, piatti pronti, cosmetici e tanto altro.

 

Senza olio di palma, invece, cresceranno i prezzi e si dovrà andare in cerca di grassi con cui sostituirlo, mettendo sotto pressione altri mercati e altri fornitori. Le organizzazioni agricole italiane, con buona dose di coda di paglia, ora provano a dire che è una buona occasione per tornare a produrre grassi vegetali, come gli oli di oliva e di semi, o animali, come il burro. Ma sanno bene che la produzione nazionale semplicemente non ce la fa a star dietro alla domanda, anche perché è stranoto che per gli oli vegetali è in corso uno scontro mondiale sugli approvvigionamenti a causa della frenata della produzione in Ucraina e dell’uso strategico che i russi intendono fare della loro quota di mercato.

 

Contro l’olio di palma, da tempo, è partita una campagna fatta di obiezioni etiche e salutistiche. Né le prime né le seconde reggono a un’analisi approfondita, mentre la comparazione con altre produzioni di grassi vegetali rischierebbe di aprire capitoli sgradevoli per le tradizioni italiane (l’ulivo, ad esempio, venne introdotto come coltura massiccia nel Mezzogiorno, fregandosene delle implicazioni ambientali, della diversificazione, della migliore efficienza per un paese che aveva ancora un deficit alimentare). Fallite quelle obiezioni è il rinculo autarchico di fronte alla crisi della globalizzazione a farci stare senza olio di palma. Passerà, e torneranno, innocui, gli slogan

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