Editoriali
Come far ripartire i salari? Con la crescita strutturale del pil e la produttività
L’idea che si possa cominciare dal fondo, imponendo retribuzioni più alte per legge, non è solo fallimentare: è anche dannosa. Perché scambiare le cause con gli effetti è da sempre la strada più certa per il disastro
L’Italia è il paese europeo nel quale gli stipendi, tra il 1990 e il 2020, sono cresciuti di meno. Anzi: l’unico nel quale sono diminuiti, lasciando sul terreno il 2,9 per cento. Il confronto verso paesi che trent’anni fa erano molto poveri sarebbe scorretto: non possiamo misurarci con gli incrementi superiori al 200 per cento delle repubbliche baltiche, che uscivano dalla dittatura comunista. Ma se guardiamo a nazioni più simili alla nostra, per livello di reddito e per storia, l’esito è comunque impietoso: i salari tedeschi hanno guadagnato il 33,7 per cento, quelli francesi il 31,1 per cento. I lavoratori della socialdemocratica Svezia incassano il 63 per cento in più, quelli della liberista Irlanda l’85,5 per cento. Quelli messi peggio, Spagna e Portogallo, si sono comunque portati a casa il 6,2 e il 13,7 per cento, rispettivamente.
E allora, che fare? E’ forte la tentazione di chiedere interventi legislativi per obbligare le imprese ad alzare i salari. Il problema è che il salario non è una variabile indipendente. I paesi che hanno visto migliorare più sensibilmente la condizione dei lavoratori sono quelli che hanno conosciuto una più forte e solida crescita del pil e della produttività. La domanda che dovremmo porci, allora, è come rimettere in moto la dinamica della crescita. Non esiste una risposta univoca ma esistono molte ragioni che spiegano la stagnazione dell’economia italiana e, con essa, quella dei salari. In fondo, il Pnrr costituisce un tentativo di leggere il male italiano e di curarlo attraverso una terapia fatta di investimenti e riforme. Gli uni e le altre dovrebbero servire ad alzare il potenziale di crescita del pil e a conseguire una migliore redistribuzione delle risorse, mettendo per esempio un freno al cuneo fiscale che ci vede sempre ai primi posti in Europa. L’idea che si possa partire dal fondo, imponendo salari più alti per legge, non è solo fallimentare: è anche dannosa. Perché scambiare le cause con gli effetti è da sempre la più certa strada per il disastro.