La controtendenza italiana
L'asse Orlando-Landini sugli stipendi provoca Confindustria: "Serve il salario minimo"
Il ministro del Lavoro concorda con il leader della Cgil e propone l'aumento delle retribuzioni. Anche Colao rimbrotta gli industriali: "Pagate di più i giovani"
Dopo l'allarme del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e la pubblicazione dei dati Ocse che mostrano come l’Italia abbia gli stipendi più bassi d’Europa, il tema del salario minimo è tornato sul tavolo delle trattative: il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando ha indicato la via per aumentare gli stipendi, affrontare il caro inflazione che sta intaccando tutte le retribuzioni, anche quelle considerate meno basse ed evitare di "far sprofondare la fascia di lavoro più povera". "Rinnovare i contratti e incidere sui livelli più bassi degli stipendi" possono essere i metodi per uscire dalle difficioltà economiche che affliggono i lavoratori. La soluzione, ha detto Orlando a Radio anch'io su Radio 1, potrebbe essere che il Tem, il trattamento economico minimo contenuto nei contratti comparativamente e maggiormente rappresentativi, possa diventare il salario minimo di riferimento per tutti i lavoratori di quel comparto. E' questa la nostra proposta a sindacati e imprese, un salario minimo all’italiana, che non recupererebbe tutto quello che si è perso con l’inflazione ma proteggerebbe la fascia più povera.
Le proposte di Orlando calvacano l'onda delle parole esposte da Visco che nelle considerazioni finali per l’anno 2021 ha espresso i dati della situazione economica italiana: all’aumento dei prezzi dovuti alle circostanze attuali si lega inevitabilmente l’andamento dei salari. Mentre negli Stati Uniti, il livello degli stipendi è aumentato per contrastare l’inflazione, in Europa l’adattamento è molto più lento e contenuto (intorno al 2 per cento). Peggio ancora in Italia, dove negli ultimi 20 anni il livello dei salari è rimasto quasi inalterato, e anche adesso non si notano incrementi dei salari anche per via delle modalità di contrattazione salariali previste dal nostro mercato del lavoro. Visco ha quindi suggerito che “gli aumenti una tantum dei salari riducono il rischio di avvio di un circolo vizioso tra inflazione e crescita salariale”. Alla base di queste considerazioni, i dati Ocse hanno dimostrato come l’Italia abbia gli stipendi più bassi d’Europa e in calo e sia in totale controtendenza rispetto agli altri paesi dove i salari crescono.
L'idea della contrattazione di Visco è stata analizzata da Orlando che però ha non ha trovato nella proposta la soluzione al problema: "Anche usassimo quel parametro come dice il governatore, che oggi non è usato in molti comparti dell’economia non se ne uscirebbe." La verità è che se non si rinnovano i contratti non si fa né l'una né l'altra cosa. Si accoda alle sue parole l'ala sindacale che tramite le parole del leader della Cgil Maurizio Landini approva le proposte del ministro: il salario minimo "serve, anzi serve un aumento strutturale dei salari: oggi le persone pur lavorando sono povere, siamo in una situazione salariale e di precarietà del lavoro che non ha confronto in Europa". Ma "il contratto nazionale di lavoro è fondamentale per redistribuire" ha detto Landini.
Fatto sta che la solita presa di posizione del fronte Orlando-Landini ha usufruito della sponda arrivata anche dal ministro dell'Innovazione Vittorio Colao, che un paio di giorni fa all'assemble di Assolombarda ha pungolato gli industriali a "pagare di più i giovani, senza fare discriminazioni di genere". Mentre ieri ha ribadito che anche nella pubblica amministrazione "i salari dovrebbero essere più alti". Chissà cosa ne pensa il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che solo lunedì aveva accusato Orlando di essere unicamente interessato a trovare lavoro ai navigator. E il governo intero per non essere riuscito a invertire la rotta rispetto all'Italia "paese dei bonus".