editoriali

Spread su, Borsa giù. Il debito preoccupa, Lagarde non rassicura

Redazione

Dopo la stretta annunciata dalla Bce l'Italia perde il suo ombrello. Due sfide per Draghi 

Poté più l’inflazione americana o la stretta annunciata dalla Bce? Non è una domanda oziosa perché il tracollo delle borse è cominciato in mattinata in Europa, come coda alla svolta decisa dalla Bce ed è proseguito nel pomeriggio a Wall Street dopo che l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti ha segnato un picco dell’8,6 per cento. Un brusco richiamo alla brutale realtà: la conseguenza è che a luglio sia la Fed sia la Bce alzeranno i tassi d’interesse. La reazione dei mercati è pavloviana: tassi su e borse giù. Quale sarà l’impatto sui consumi è chiaro, quello sulla crescita è meno evidente, ma certo la curva punta verso il basso sia negli Usa sia in Europa la quale si trova in una situazione peggiore perché più colpita dal ricatto energetico russo e perché non sta producendo nuovi posti di lavoro al ritmo degli Stati Uniti. Per la verità dovremmo parlare di un doppio richiamo alla brutale realtà, che colpisce l’Italia più degli altri.

Non solo la Bce per la prima volta dopo undici anni aumenterà il costo del denaro, ma dal primo luglio smetterà di comprare titoli di stato. Si chiude così, sia pur progressivamente, l’ombrello che ha protetto l’Italia. Con una politica monetaria più rigida, per evitare una caduta del pil ci vorrebbe una politica fiscale lasca, ma il debito lo impedisce. Il re è nudo e a Francoforte non c’è san Martino pronto a dividere la cappa. Secondo i malpensanti è prevalso un senso di rivincita verso un paese che si sta prendendo 200 miliardi di euro e molti dubitano che li userà davvero per gli investimenti. La malizia al pari della calunnia è un venticello che provoca una tempesta. Chiudere l’ombrello senza  salvagente, mentre la pioggia diventa alluvione rischia di travolgere tutti. A una nuova bufera degli spread potrà reggere l’euro?  In tal caso  Lagarde doveva dire che farà tutto quel che è necessario per salvare la moneta europea. Giovedì ha bofonchiato parole generiche su uno scudo anti spread. I mercati non le hanno creduto, l’autorevolezza non si compra al Carrefour, vale per l’Italia come per la Bce. 

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