Editoriali

La via autarchica di Gazprom: il colosso russo crolla in Borsa

Redazione

I vertici della compagnia hanno deciso di non pagare i dividendi agli azionisti (non accadeva dal ’98). Il titolo è andato giù del 25 per cento 

Non solo default sul debito estero. La Russia di Putin si deve misurare con altri effetti di mercato legati alla guerra in Ucraina, come la perdita secca di 43 miliardi di dollari di capitalizzazione (fonte Bloomberg) del colosso statale Gazprom alla Borsa di Mosca. Il titolo di Gazprom oggi è andato giù del 25 per cento trascinando al ribasso Rosneft (il principale produttore di petrolio russo), Rosseti (distribuzione di energia) e altre utility come Surgutneftegas e Transneft. Motivo, la decisione dei vertici di Gazprom di non pagare i dividendi 2021 agli azionisti, cosa che non succedeva dal 1998.

L’annuncio di Gazprom, accompagnato da commenti del tipo che ora la priorità del gruppo è tutta sulla gassificazione delle regioni russe e che bisogna prepararsi ad affrontare l’inverno e “ovviamente” a versare tasse più alte, è stato preso come un segnale di debolezza dagli investitori di mercato e così è crollato il prezzo delle azioni, che dall’inizio della guerra era aumentato. La società dimostra così di essere disinteressata al mercato interno e diventa veicolo di investimenti interni e l’annuncio conferma quanto la Russia stia prendendo la strada dell’autarchia e stia insistendo su strategie di chiusura economico-finanziaria: il cuore della ricchezza russa si sta richiudendo in se stesso.

La notizia arriva quando il gigante russo sta riducendo le forniture del gas ai suoi clienti europei, in primis Italia e Germania. Le vendite, infatti, risultano diminuite quasi di un terzo rispetto a giugno 2021, ma l’aumento dei prezzi ha aiutato la società a compensare le perdite in bilancio. Una partita di giro che finora si è rivelata a tutto vantaggio di Gazprom. Ma per quanto tempo? Il costo pagato dalla multinazionale per il fatto di lasciare a bocca asciutta gli azionisti (tra i quali ci sono numerosi fondi internazionali) rischia di amplificarsi se venisse percepito un radicale cambio di strategia (stop alle cedole) dai tempi della privatizzazione. Lo stato russo detiene il controllo di Gazprom, con circa il 40 per cento del capitale, ma il 60 per cento è sul mercato.
 

Di più su questi argomenti: