depositi congelati
“Ridateci i nostri risparmi!”. La preghiera dei cinesi davanti alle loro banche
Lo scandalo delle banche in Cina e il mito della crescita che svanisce. Così il paese, tra la politica sul virus e l'instabilità economica, infrange il suo stesso patto sociale
La Banca centrale cinese ha fatto sapere ieri che il 93 per cento degli istituti finanziari cinesi sono sicuri, hanno i loro asset disponibili, e insomma non c’è motivo di preoccuparsi. Ma al contrario, la preoccupazione aumenta. Soprattutto dopo che i clienti di sei piccoli istituti di credito nello Henan, nella Cina centrale, si sono visti negare l’accesso a decine di miliardi di yuan sin da aprile. I loro depositi erano stati congelati senza spiegazioni, e le autorità bancarie locali hanno preso provvedimenti soltanto dopo che la notizia era uscita sui giornali nazionali. Domenica scorsa decine di persone si sono ritrovate davanti alla sede della Banca popolare cinese di Zhengzhou, la capitale della provincia dello Henan, alle 4 del mattino – per evitare il controllo delle autorità – e hanno protestato pacificamente con slogan e cartelli: “Ridatemi i miei risparmi!”.
I manifestanti si erano portati dietro anche le bandiere cinesi, una tecnica usata per mostrare fedeltà al Partito e rassicurare sulle critiche dirette solo ed esclusivamente ai funzionari locali. Naturalmente non poteva durare a lungo: alle 11 del mattino le forze dell’ordine sono intervenute e hanno fermato, arrestato e manganellato la folla. Secondo gli analisti, ci sarebbero l’equivalente di 6 miliardi di dollari di buco nelle banche locali dello Henan, e come scriveva ieri il South China Morning Post, l’intera stabilità finanziaria cinese è a rischio. Non è una crisi finanziaria, insomma, ma potrebbe essere una calamità politica. E il motivo è che i cittadini cinesi iniziano a essere stanchi. Il patto sociale tra i cinesi e il Partito si basava sul successo economico, sulla crescita inarrestabile: man mano queste promesse si stanno infrangendo. La politica Zero Covid cinese, con enormi e infiniti lockdown, l’incertezza sulle possibilità di ripresa, non fanno che aumentare il senso d’insicurezza. Il mito della Cina come esperimento sociale più grande e di successo, l’autocrazia che punta sul benessere dei cittadini, inizia a svanire.