Un terminale di rigassificazione nel mar Adriatico (Ansa) 

editoriali

Archiviare il populismo energetico

Redazione

Dal rigassificatore di Piombino dipende la stabilità dei rifornimenti

Per una serie di fattori geopolitici ed economici, l’Italia dovrebbe riuscire a superare l’inverno risparmiando i 3,9 miliardi di gas secondo lo schema condiviso con l’Unione europea senza ricorrere a tagli drastici per l’industria. Il piano di risparmio e diversificazione che ha elaborato il ministero della Transizione ecologica per raggiungere l’indipendenza dalla Russia nel 2024 è composto da diversi tasselli: l’uso temporaneo del carbone, l’aumento delle rinnovabili, la riduzione della domanda legata alla generazione termica e i nuovi volumi importati in seguito agli accordi stipulati dal governo Draghi con diversi paesi, tra cui Congo, Angola, Egitto e Qatar. Il gas naturale liquefatto (Gnl) che viaggia via nave assumerà un ruolo importante per la sicurezza energetica dell’Italia nel 2023, quando a questi paesi si aggiungeranno altri fornitori per un totale di 7,9 miliardi di Gnl.

 

Gli accordi ci sono, alcuni sono stati contrattualizzati e sono in via di definizione, ma numeri alla mano emerge che senza capacità aggiuntiva di rigassificazione il piano messo a punto dal governo Draghi rischia di crollare. Per questo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha detto mercoledì che la sicurezza energetica del paese dipende da Piombino. “In tutti gli scenari valutati – spiega il Mite – è di fondamentale importanza che il primo rigassificatore galleggiante entri in funzione entro gennaio 2023”. Le opposizioni politiche al progetto sono forti, tanto quanto la tentazione dei partiti di assecondarle in piena campagna elettorale.

 

Un’alternativa geografica a Piombino non c’è, ha chiarito però il ministro, e sicuramente il rigassificatore non può essere collocato più a sud di Sulmona per via degli allacci alla rete del gas nazionale. Archiviare la stagione del populismo energetico significa gestire con responsabilità questo progetto. Le forze politiche hanno l’occasione di non ripetere gli errori del passato. Ce la faranno?

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