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Editoriali

Il clima peggiora anche il clima politico

Redazione

L’accozzaglia anti rigassificatore di Piombino, le assurdità del M5s contro “l’inceneritore” di Roma sono segnali di un populismo che non guarda la razionalità dei processi. L'ambiente è già al centro dell'agenda europea

Sentita in apertura di un tg regionale: forti piogge, ma la situazione non migliora. E via servizi alternati di torrenti che esondano e risaie rinsecchite. Dal punto di vista della cronaca, niente di sbagliato: un po’ di pioggia non cancella la siccità. Ma rispettando la cronaca, si sarebbe potuto dirlo al contrario: siccità drammatica, le piogge migliorano (un po’) la situazione. La differenza è di effetto psicologico. Legittimo. Il problema cambia quando la giusta preoccupazione per i cambiamenti climatici trapassa direttamente in politica, nel mezzo di una surriscaldata campagna elettorale.

 

Le sciagure di questa estate – ghiacciai che crollano, fiumi in secca, incendi e “bombe d’acqua” – sono il fenomeno di superficie di un problema climatico più complesso. Gli accordi globali e anche il Pnrr, crisi del gas permettendo, qualcosa iniziano a produrre. Ma i tempi non possono essere l’oggi e il domani, nemmeno per l’America di Biden che ha mezzi economici per noi impensabili. Perciò accusare qualunque decisore, tecnico o politico, di essere un untore climatico se solo si azzarda a chiedere prudenza è mera propaganda.

 

L’accozzaglia anti rigassificatore di Piombino, le assurdità del M5s contro “l’inceneritore” (sic!) di Roma sono segnali di un populismo che non guarda la razionalità dei processi. Ovviamente è questione diversa la “lettera appello” presentata nei giorni scorsi da vari scienziati e rivolta alla politica affinché metta al centro dei suoi programmi la crisi climatica, che sta raccogliendo molte adesioni. Iniziativa legittima, un poco velleitaria nel momento in cui il clima è al centro dei programmi europei e del lavoro del governo Draghi.

 

Ma rischia di essere perniciosa quando diventa appropriazione politica e si trasforma in accusa generica (se non firmi, sei un inquinatore). È un modo strumentale di offrire agli elettori obiettivi non sempre realistici. E soprattutto è una scorciatoia per trasformare gli avversari politici, o coloro che la pensano semplicemente in modo diverso sulle soluzioni, in nemici pubblici. Non un gran clima.