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EDITORIALI

La vendita di Ita è agli sgoccioli: vietato far scappare i compratori

Redazione

Il governo dimissionario di Mario Draghi sta per completare la vendita della compagnia, chiudendo così un dossier che non vuole lasciare in mano al prossimo governo. Il Mef ha chiesto di modificare nuovamente le offerte

La vendita di Ita Airways da parte del governo Draghi si trova alle battute finali. L’incertezza per questo processo rimane molto elevato dato che la politica ha iniziato a mettere le mani avanti sull’eventuale conclusione della privatizzazione durante la campagna elettorale. Il ministero dell’Economia ha chiesto inoltre ulteriori modifiche alle due offerte arrivate nel corso degli ultimi mesi, quella di Msc insieme a Lufthansa e quella di Certares con Air France. Le intenzioni saranno sicuramente buone, ma mettere condizioni per una compagnia che rischia di non superare l’inverno se non con altri soldi pubblici non sembra essere la strategia migliore.

 

La mancata vendita avrebbe un effetto immediato e sicuro: il contribuente sarebbe costretto a mettere altri soldi per mantenere in vita una compagnia in perdita strutturale. Il periodo è estremamente incerto per il settore aereo nonostante il forte aumento della domanda che sta tornando quasi ai livelli del 2019, perché le compagnie si trovano di fronte all’aumento rilevante di costi quali quello del carburante e del personale. I punti certi per Ita Airways sono davvero pochi, perché l’azienda nei primi 8 mesi e mezzo ha perso quasi mezzo miliardo di euro e da sola non ha alcuna prospettiva di sopravvivenza in un mercato così complesso come quello post-pandemico.

 

La vendita è dunque necessaria e ai contribuenti conviene di gran lunga uno “stop loss” piuttosto che un continuo intervento “patriottico” della politica per cercare di salvare una compagnia aerea che sembra seguire il triste destino di Alitalia, che perdeva oltre 600 milioni di euro quando la pandemia non c’era e gli altri vettori facevano utili. In questo contesto il Mef non è esattamente nelle condizioni di mettere dei paletti molto stretti agli acquirenti di Ita Airways che già devono rilevare una compagnia in perdita e vedono in prospettiva l’arrivo di un governo “ostile” guidato dalla Meloni che vuole una compagnia statale di bandiera. Sarebbe un disastro se a volare via fossero i compratori.

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