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editoriali

Giorgetti non fa il meloniano sulla Bce

Redazione

Il ministro chiede saggezza alla Lagarde sui tassi di interesse, ma senza strafare

La Bce ha alzato nuovamente i tassi, dello 0,75 per cento, e la sua presidente Christine Lagarde ha accettato, in conferenza stampa, domande sulle critiche e le perplessità di vari governi europei, tra cui quello italiano, riguardo agli eccessi di intensità e velocità della stretta di politica monetaria. Lagarde ha risposto con parole misurate e con la canonica difesa dell’indipendenza della banca, utile non per un capriccio ma per conservare l’efficacia dell’unico strumento utilizzabile contro l’inflazione. I governi fanno la loro parte, la Banca centrale la sua. Dialettica, critiche e risposte servono a confermare che il sistema è ben costruito. Questo schema ha consentito al ministro dell’Economia dell’Italia, Giancarlo Giorgetti, alla sua prima uscita nel suo nuovo ruolo, di occuparsi di questioni importanti e di tralasciare le minuzie. Giorgetti, in particolare, ha parlato di rialzo dei tassi atteso e scontato, dando un segnale tranquillizzante ai mercati.

Ha citato la saggezza della Banca centrale in tema di politica monetaria, ma ha aggiunto che la terapia contro l’inflazione deve tenere conto dell’unicità e probabile caducità della principale causa scatenante e cioè dei rincari dei prezzi energetici. “Probabilmente – ha detto Giorgetti – non sarà l’ultimo in questa fase, ma confidiamo nella saggezza della Bce nell’interpretare le cause della recente impennata dell’inflazione e nel tener conto del rallentamento in corso nell’economia europea” (qualche giorno fa, con parole molto dure, la premier Giorgia Meloni aveva rivolto a Lagarde quello che secondo Bloomberg è stato “l’attacco  più diretto finora rivolto alla Bce per il rialzo dei tassi da parte di un politico della zona euro”). Più dialogo che critica, dunque, si direbbe, con accortezza nei rapporti sia con gli investitori di mercato nel nostro debito pubblico, sia con un investitore peculiare come la Bce e, per suo tramite, con le banche. Forse è il ministro che finora ha parlato meno, ma quello che doveva dire l’ha detto.

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