editoriali
L'Ue rilanci gli accordi di libero scambio
Per l’Europa il commercio globale è una risorsa economica e geopolitica. Il nazionalismo economico, con il suo modello protezionista e autarchico, non fortifica le nazioni ma le indebolisce
Secondo Bloomberg un gruppo di paesi dell’Unione europea chiederà alla Commissione di velocizzare la chiusura degli accordi di libero scambio: una necessità per garantirsi l’accesso a risorse e materiali fondamentali per la transizione energetica e tecnologica dopo che l’invasione dell’Ucraina ha stravolto le supply chain globali. I firmatari sono Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Portogallo, Spagna e Svezia; la richiesta è di velocizzare i negoziati con Nuova Zelanda, Australia, India e Indonesia, accelerando al contempo la ratifica degli accordi con Cile, Messico e i paesi del Mercosur (blocco che include Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay). Il paese che di recente ha rallentato la chiusura di alcuni accordi è la Francia, soprattutto durante il suo turno di presidenza dell’Ue (da gennaio a giugno). L’Eliseo ha rallento i negoziati con il Cile, partner importante per le transizioni verde e digitale (possiede il litio) e sospeso quelli con l’Australia, una rappresaglia per la cancellazione dell’acquisto dei sottomarini francesi.
Tra i firmatari però c’è anche la Germania, che con il suo rapporto bilaterale con Russia e Cina ha anch’essa molto da farsi perdonare. Ma in generale, il problema sollevato è che il processo per negoziare, concludere e implementare nuovi trattati è “troppo lungo”, in un contesto in cui “potenze e blocchi economici si contendono la leadership globale” e l’Europa deve diventare “meno dipendente e vulnerabile”. I legami commerciali infatti sono una risorsa economica ma anche geopolitica, lo strumento che permette un accesso vasto e diversificato alle materie prime che garantiscono lo sviluppo e il mantenimento dei settori strategici. Il nazionalismo economico, con il suo modello protezionista e autarchico, non fortifica le nazioni ma le indebolisce. Giorgia Meloni storicamente si è sempre opposta agli accordi europei di free trade. Più recentemente ha aperto all’idea di friednshoring: accordi con paesi alleati. Che posizione prenderà ora ch eè al governo?