(LaPresse) 

editoriali

Dare stabilità alle imprese, please

Redazione

Il nuovo codice appalti può funzionare, le regole che cambiano sempre no

Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo codice degli appalti, che raccoglie molte indicazioni del Consiglio di stato, e punta soprattutto a elevare la soglia degli appalti che i comuni possono gestire in modo diretto, il che dovrebbe accelerare le aggiudicazioni, anche per consentire di avviare le opere previste e finanziate dal Pnrr nei tempi previsti.

 

L’obiettivo di accelerare e semplificare è ragionevole, specialmente in una fase in cui serve come non mai dare lavoro e mobilitare investimenti. Naturalmente il problema è quello di evitare che in questo modo sia più difficile evitare che si determinino iniziative illecite e corruttive. Trovare l’equilibrio tra queste esigenze non è semplice, è per questo che in questa materia si è continuato a legiferare, correggere e modificare, con l’effetto di rendere incerte le regole mentre il mercato dei lavori pubblici ha bisogno di stabilità legislativa e di certezze. Si verificherà nella pratica se questa ultima versione funzionerà e resisterà per un tempo ragionevole.

 

Naturalmente nessuna legge può di per sé garantire che non ci siano tentativi di distorsione del mercato, come d’altra parte non è stato possibile fare con le versioni precedenti, comprese quelle ipergarantiste varate nella stagione di Mani pulite. D’altra parte dare alle amministrazioni tutte le responsabilità senza attribuire loro un effettivo potere discrezionale era un assurdo che ha portato alla paralisi di molte opere, incagliate tra ricorsi, procedure complesse, denunce di abuso di potere, nella maggior parte dei casi per la verità finite nel nulla. Se gli obiettivi di semplificazione e responsabilizzazione sono apprezzabili, bisognerà attendere la prova dei fatti per dire se la nuova legge aiuta davvero a raggiungerli. C’è comunque da sperare che la normativa regga nel tempo, perché in questo campo conta soprattutto la stabilità delle regole, che invece è stata assai traballante per decenni.

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