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Il rischio crisi per Meloni. Tra rialzo dei tassi e debito elevato

Redazione

Secondo il governo la politica della Bce non aiuta né le famiglie né le imprese. Ma la stretta di Francoforte è in aumento, così da arrivare a controllare l'inflazione. Saranno da capire le mosse future della premier

La luna di miele tra il governo Meloni e i mercati potrebbe finire non perché Palazzo Chigi abbia deciso di darsi alle spese pazze, ma perché il ritmo di aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Bce per combattere l’inflazione mette l’indebitata Italia in difficoltà. Come ha messo in evidenza dal Financial Times, che riporta un sondaggio tra economisti, gli oneri che Roma paga sul debito sono aumentati notevolmente: il rendimento dei titoli a 10 anni è salito sopra il 4,6 per cento, quasi quadruplicando il livello di un anno fa e 2,1 punti percentuali sopra il rendimento dei titoli tedeschi.

 

E questo, insieme al fatto che la Bce sta smettendo di acquistare titoli sovrani, espone il nostro paese al rischio di una nuova crisi. Che ci sia preoccupazione nel governo Meloni lo dimostrano le dichiarazioni del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha condiviso l’appello del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, a stoppare l’aumento del costo del denaro perché non è così che si combatte l’inflazione quando è frutto di uno choc energetico.

 

Insomma, la politica di Francoforte non aiuta né le famiglie e né le imprese: questa è la tesi che, però, non considera la possibilità che se finora la Bce non ha stretto abbastanza la politica monetaria potrebbe essere stato proprio per non causare problemi all’Italia. Riguardo che è stato superato dai dati che segnalano uno choc anche da domanda. Quello che succederà è che i tassi continueranno ad aumentare a prescindere dalle lamentele dei governi europei (non solo dell’Italia) fino a quando l’inflazione non tornerà sotto controllo, perché questo è il mandato della Bce.

 

A questo punto la premier Meloni dovrà scegliere se prendersela con l’Europa rischiando di far allargare lo spread (modalità 2018) oppure assumere un atteggiamento più istituzionale, facendo crescere la capacità del suo governo di ottenere quell’avanzo primario che serve per tenere sotto controllo il grande debito dell’Italia e tranquillizzare così gli investitori internazionali.

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