Ansa

La multa della Dpc

Un altro colpo al modello Meta

Redazione

Nuova multa al colosso di Zuck, che ora deve capire cosa fare con la pubblicità

La Commissione per la protezione dei dati (Dpc) irlandese ha multato Meta per un totale di 390 milioni di euro. L’autorità ha respinto la difesa del colosso dei social, secondo il quale gli utenti accettano di ricevere annunci basati sui loro gusti e il loro profilo nel momento in cui accettano i termini e le condizioni di accesso, stipulando una specie di “contratto” con le piattaforme. A Facebook è stata comminata una multa da 210 milioni di euro, mentre Instagram sarà costretta a pagare 180 milioni di euro. Su Whatsapp ci si aspetta una decisione entro il mese prossimo.

In un comunicato si legge che il gruppo americano ha violato gli obblighi “in materia di trasparenza” e ha utilizzato una base giuridica errata “per il trattamento dei dati personali a fini pubblicitari”. La commissione irlandese ha chiesto al colosso di Zuckerberg di uniformare le proprie pratiche alle norme Ue entro un trimestre, e secondo diversi attivisti per la privacy questo potrebbe portare addirittura a far scegliere agli utenti di essere profilati per la pubblicità oppure no.

Al di là delle multe mastodontiche che Meta sta collezionando, c’è soprattutto un modello di business in questione – e l’Unione europea si è mossa con grande anticipo su questo tema. Il business dei social network si basa infatti sulla raccolta e la gestione dei dati degli utenti per un unico scopo: pubblicità targettizzate, che sono oltre il 90 per cento delle entrate del gruppo. “Queste decisioni non impediscono la pubblicità mirata o personalizzata sulla nostra piattaforma”, ha fatto sapere Meta. “Gli inserzionisti possono continuare a utilizzare le nostre piattaforme per raggiungere potenziali clienti, far crescere il proprio business e creare nuovi mercati”. Il futuro di Meta non è il metaverso, ma risolvere un dilemma: più pubblicità vorrà dire più servizi?

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