editoriali
Perché un tetto al prezzo dei carburanti in autostrada sarebbe una pessima idea
Invece di tutelare i consumatori, un cap per frenare il costo dei rifornimenti sulla rete autostradale farebbe esattamente il contrario
Oltre agli obblighi di trasparenza e ai controlli, il governo starebbe valutando l’introduzione di un tetto ai prezzi dei carburanti venduti in autostrada. I dettagli non sono ancora noti (per esempio: si applicherebbe al servito, al self service o a entrambi?). Sarebbe comunque una pessima idea. L’allarme rosso sugli impianti autostradali è probabilmente dovuto ai maggiori prezzi che qui si riscontrano. Ma tale fenomeno non è privo di spiegazione. Essi, infatti, devono rispettare standard di qualità e di servizio superiori: per esempio la presenza di personale 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. Inoltre, su ogni litro venduto devono corrispondere al concessionario autostradale delle royalty che mediamente si aggirano attorno ai 7 centesimi per litro. Un tetto che non rifletta i maggiori costi finirebbe per produrre scarsità di carburanti sulla rete autostradale, lasciando gli automobilisti a secco, oppure costringerebbe i gestori a lavorare in perdita, contro ogni principio giuridico e del buonsenso.
Se pure il tetto fosse definito tenendo conto di queste specificità, esso potrebbe comunque sortire effetti perversi. In autostrada, chi guida ha generalmente meno scelta perché difficilmente esce al casello per fare il pieno e poi rientrare. Per stimolare quel poco di competizione sono stati installati sulle principali arterie dei cartelloni confronta-prezzi. Ma un cap, come spesso accade, potrebbe diventare un target, livellando verso l’alto le politiche di prezzo dei gestori. Invece di tutelare i consumatori, farebbe il contrario.
Il governo dovrebbe piuttosto fare leva sugli strumenti esistenti e meritoriamente predisposti proprio dall’esecutivo, come la app per trovare la stazione più conveniente in una certa zona o lungo un dato percorso, promuovendone l’utilizzo. I prezzi dei carburanti stanno continuando a scendere, al netto del rincaro delle accise. Sarebbe meglio farla finita con questa caccia alle streghe e concentrarsi sui problemi veri che, purtroppo, non mancano.